A Perfect Circle: ‘Eat The Elephant’ (BMG, 2018)

Quattordici anni di letargo, ed ecco tornare gli A Perfect Circle, ‘supergruppo’ secondo alcuni, in realtà semplice side-project di Maynard James Keenan dei Tool. Il suo sodale principale è Billy Howerdel, piuttosto sconosciuto prima di entrare nella band (che esisteva già senza di lui), mentre tra i membri attuali il più celebre è senza dubbio James Iha, appena rientrato anche negli Smashing Pumpkins. In origine, obbiettivo del gruppo era sostanzialmente essere una versione meno ‘pesante’ e più emozionale dei Tool, mischiando alternative rock ad alternative metal. Dopo due album molto amati dal pubblico, il terzo non è mai arrivato, almeno sino a oggi. La gestazione di questo disco è infatti durata quasi 10 anni, dopo che alcune divergenze artistiche tra Keenan e Howerdel, i due principali songwriter (il primo per melodie e testi, il secondo per le musiche) bloccarono a lungo il progetto. Fu il produttore Dave Sardy, un paio di anni fa, a riuscire nell’impresa di smussare gli angoli e far riprendere il lavoro sulle canzoni.

Certamente, ‘Eat The Elephant‘ è un disco diverso dai precedenti due capitoli targati A Perfect Circle. Come da alcune dichiarazioni dello stesso Keenan, è “più Pink Floyd che Metallica o Slayer“. La formula perde dunque quella tensione hard-rock che ne era importante caratteristica, lasciando spazio a lunghissime parti di pianoforte e a orchestrazioni di archi. Ciò che ne consegue è davvero mediocre. Certamente siamo di fronte a una band che non è la nostra tazza di tè in termini stilistici, ma a questo giro, se possibile, gli A Perfect Circle riescono a peggiorare tutto quanto si poteva peggiorare. Il loro alt-rock/metal diventa un bolso e noioso incedere senza una meta precisa, farcito di inutili e pretenziosi orpelli, con una performance vocale che sembra andare in autonomia senza considerare le parti musicali su cui si poggia. Altra sensazione è di essere in ascolto di qualcosa che sarebbe fuori tempo massimo persino in un balzo indietro al 2003, e che in diversi punti ricorda il peggio dell’adult-rock da FM: gli Scorpions, i Bon Jovi, persino i Nickelback e i Creed. Per esemplificare: date un occhiata, qui sopra, alla copertina, probabilmente la più brutta del 2018. Ecco, questo disco è un concentrato di cattivo gusto sullo stesso livello.

VOTO: 🙁



 

4 Risposte a “A Perfect Circle: ‘Eat The Elephant’ (BMG, 2018)”

    1. Ciao, ovviamente non ero a L.A. quindi mi sono informato su internet 🙂
      A quanto mi risulta Keenan stava lavorando a un progetto esterno ai Tool (con i quali al tempo stava attraversando un periodo di crisi) ed è anche per questo che contattò Howerdel. Formalmente i due sono co-fondatori, ma senza l’iniziativa di Keenan la band non si sarebbe mai fatta, anche perché Keenan era un personaggio noto mentre Howerdel all’epoca soltanto un collaboratore esterno ad altri progetti. Diciamo che l’incipit contesta più che altro lo status di super-gruppo attribuito agli A Perfect Circle, perché un suo membro fondamentale come Howerdel non era famoso a inizio carriera.

  1. Questa recensione è una cosa ignobile..non ho parole. Ma questo sito consente ad una persona di dire così tante scemenze in un solo “ articolo”. Non sono un fan sfegatato del gruppo ma liquidare così un disco a tratti davvero complesso scomodando bon jovi e nicklback credo che sia passibile di denuncia. In Italia ormai parlano e scrivono tutti.

    1. Ciao amico, questo sito lo consente perché è un blog personale della persona che ha scritto questo articolo (ovvero io), che peraltro scrive da 12 anni di musica in maniera continuativa. Sta a chi legge stabilire se quello che é scritto può essere considerato autorevole o meno, in tutta libertà. Anziché insultare e parlare di denunce, però, renderesti quanto dici molto più convincente se entrassi nei dettagli e confutassi le argomentazioni con contro-deduzioni un po’ più concrete del “siccome hai scritto una cosa che non mi piace sei scemo, ignobile e ti denuncio”. Peraltro firmarsi renderebbe il tutto ulteriormente più credibile.

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