Gaz Coombes: ‘World’s Strongest Man’ (Caroline, 2018)

Genere: brit-pop | Uscita: 4 maggio 2018

We are young, we run green / Keep our teeth nice and clean / See our friends, see the sights / And feel alright“: è la strofa iniziale di ‘Alright‘, spensierato primo grande successo dei Supergrass datato 1995, suonato ancora oggi spessissimo in TV, radio e nei club. A cantarla era Gaz Coombes, 19enne dalle immense basette, frontman e principale songwriter del gruppo di Oxford. Poco più che maggiorenne, aveva appena realizzato un album d’esordio nel suo genere perfetto, catchy ma in un certo senso anche profondo, di certo erudito nel centrifugare la tradizione rock inglese, come fecero molte altre band di quel periodo. Proprio essere stato parte di quella scena ha probabilmente portato alla sottovalutazione delle qualità di autore di Coombes, un po’ per la concorrenza davvero agguerrita dell’epoca (Radiohead, Oasis, Suede, Pulp, Blur, per fare pochi nomi), un po’ forse perché quell’immagine da teenager birbante, anche oggi che ha 42 anni, gli continua a rimanere incollata addosso.

Eppure Gaz di cose tra il più che buono e l’ottimo le ha fatte. Cominciando da ‘Road To Rouen‘ (2002), il disco della svolta dei Supergrass, del loro approdo a un cantautorato adulto. Il recente ‘Matador‘ (2015) amatissimo dalla critica ma non cosi’ tanto da essere considerato quando si tirano le somme, ovvero alla fine dell’anno. Ebbene, se ci voleva il terzo indizio per fare una prova, questo ‘World’s Strongest Man‘ è la dimostrazione che Gaz Coombes non può essere più “quello dei Supergrass“, ma deve essere oggi valutato per la sua, altrettanto importante, carriera solista. Nella nota stampa il musicista dell’Oxfordshire dice di essersi ispirato all’autobiografia dell’artista Grayson Perry per quanto riguarda i testi, e a Frank Ocean e ai Neu! per la musica. Ecco, stilisticamente non siamo proprio a metà tra R&B e krautrock, piuttosto dentro un gustoso e anche originale ibrido tra soul, pop psichedelico e brit-rock.

Le canzoni di Gaz sono estremamente sostanziose, molto varie e splendidamente prodotte (insieme a Ian Davenport), e mostrano una raggiunta maturità che andrebbe maggiormente premiata. ‘Deep Pockets‘ è un garage-rock tirato che ricorda la sua vecchia band, ‘Slow Motion Life‘, ‘Oxygen Mask‘ e ‘In Waves‘ rimandano ai concittadini Radiohead senza complessi d’inferiorità, lo splendido organetto e il giovane coro di ‘Wounded Egos‘ avvicina Coombes a certe architetture dei Foxygen, mentre la title-track ‘World’s Strongest Man‘, ‘Walk The Walk‘ e ‘Weird Dreams‘ rispecchiano realmente quanto dice Gaz a proposito delle influenze black. Insomma, c’è tanto, c’è molto di nuovo, e c’è quasi tutto di molto personale e di credibile. A questo punto Gaz Coombes merita di essere seriamente preso in considerazione.

VOTO: 🙂



 

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