Hinds: ‘I Don’t Run’ (Lucky Number, 2018)

Arrivare al secondo album come vi sono arrivate le Hinds, quartetto garage-pop madrileno, deve essere più difficile rispetto a una band formatasi a Londra o New York. Non hanno dalla loro la madrelingua, e le sedi delle più importanti etichette indipendenti sono tutte lontane dalla Spagna. Per fortuna siamo nel terzo millennio e nel ventunesimo secolo, ed esiste Bandcamp. Anche per Carlotta, Ana, Ade e Amber è stata fondamentale la pubblicazione spontanea sul web (quando ancora si facevano chiamare Deers) per farsi notare, attirando le attenzioni di NME e Guardian e quindi dei discografici.

Oggi le Hinds sono una band che ha girato mezzo mondo su un tour-bus e soprattutto che può permettersi la collaborazione di Gordon Raphael, uno che ha lavorato con Strokes e Regina Spektor. Tra le ragioni della piacevolezza di questo sophomore delle ragazze castigliane c’è senza dubbio la sua produzione, che riesce a valorizzare i punti di forza del quartetto (prima di tutto l’aspetto melodico), celando quelli deboli. Le Hinds non sono certo una band che tramanderemo ai posteri, ma dal canto loro hanno la capacità di solleticare l’ascoltatore con canzoni facili, allegre e soprattutto gradevoli. Quelle che ci si ritrova a canticchiare più volte durante la giornata, anche non volendo. Carlotta e socie sembrano persino essere migliorate come musiciste, e avere lasciato alle spalle qualche ingenuità dettata dall’inesperienza. Merito, per l’appunto, di Raphael, che non permette loro nessuna esagerazione, costruendo attorno alle niñas un suono lo-fi e low profile che mitiga l’alto tasso di glucosio delle loro canzoni. E che fa di ‘I Don’t Run‘ un album che fa piacere ascoltare, anche se probabilmente solo fino alla prossima settimana.

VOTO: 🙂



 

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