Lord Huron: ‘Vide Noir’ (Republic, 2018)

Nato in Michigan vicino al lago Huron (da qui il moniker Lord Huron), Ben Schneider, dopo un’inizio di carriera in solitaria, ha formato una band insieme ad alcuni suoi amici con i quali suonava da quando aveva 12 anni, mantenendo la stessa denominazione del suo progetto solista. Il primo album risale al 2012 (‘Lonsome Dream‘), ma è nel 2015 con ‘Strange Trails‘ che la band ha spiccato il volo, grazie anche a Netflix, che ha piazzato una loro canzone (‘The Night We Met‘) nella serie ‘Tredici‘. Da qui il trasferimento a Los Angeles e un contratto con una major, la Republic Records (team Universal), oltre alla chiamata di diversi festival importanti come Lollapalooza, Coachella e Bonnaroo.

La grande città e una maggiore disponibilità di risorse in studio ha decisamente dato una sterzata al suono dei Lord Huron, che hanno arricchito la loro base folk-rock con molto altro. Merito anche a Dave Fridmann, storico collaboratore di Tame Impala e Flaming Lips, che ha mixato questo disco e che evidentemente non poteva accontentarsi di qualcosa di così classico e rurale. ‘Vide Noir‘, infatti, parte con un basso incalzante e con tre tracce quasi post-punk, ‘Never Ever‘ e le due parti di ‘Ancient Names‘, che sono anche le cose migliori di tutto il disco. La matrice folk-rock è ancora presente ma viene mischiata a un tiro che farebbe piacere ai New Order. Peccato solo che il contenuto di questa partenza così lanciata venga un po’ abbandonato a sé stesso nel resto dell’LP. Anche i brani che tornano al genere di origine, in ogni caso, sono decisamente più stratificati e quindi interessanti rispetto ai lavori precedenti. Niente più laghi e montagne, ma urbanità: i giri notturni di Schneider per Downtown, come ammesso dallo stesso cantautore, hanno reso il suono della sua band certamente più attuale e anche più ricco. Ben è dunque sulla buona strada, ma ha ancora quell’area sperduta di ragazzo di campagna appena giunto nella metropoli, timoroso di finire in qualche vicolo malfamato e così poco incline a una più ampia esplorazione. Allo stesso modo la sua musica, che si prende una pacca sulla spalla ma che per l’applauso convinto necessita di maggiore personalità e più coraggio.

VOTO: 😐



 

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