Stephen Malkmus And The Jicks: ‘Sparkle Hard’ (Domino, 2018)

Se non conoscete i Pavement, dovete immediatamente sostenere un esame di riparazione in ‘Storia della musica indie-rock‘, e tornare a leggere questo articolo solo dopo averlo superato. Potete iniziare a documentarvi qui. Se invece vi ricordate di loro, rammenterete di sicuro che il frontman era Stephen Malkmus, e che molto della caratterizzazione che li rese una band effettivamente seminale era dovuta al suo modo di cantare finto-stonato, che si sposava a pennello con quell’estetica “lo-fi” che fecero da subito propria. L’importanza di Malkmus nel gruppo era tale che fu lui, nel 1999, a deciderne lo scioglimento. Raccoglierne l’eredità è toccato allo stesso Stephen (insieme alla sua nuova band, i Jicks) sin dal 2001, quando uscì il suo primo album ‘solista’. 17 anni dopo, i Jicks e Malkmus sono giunti al 7° LP di una carriera che ha fluttuato costantemente tra immediatezza (‘Stephen Malkmus‘ del 2001 e ‘Mirror Traffic‘ del 2011) e complessità (‘Pig Lib‘ del 2003 e ‘Wig Out at Jagbags‘ del 2013), un po’ come fecero i Pavement durante tutta la loro esistenza.

Se per l’appunto paragonassimo questo ‘Sparkle Hard‘ a un album dei Pavement, potrebbe a grandi linee essere accostato a ‘Terror Twilight‘ (del 1999). Analogamente all’ultimo capitolo del vecchio gruppo di Malkmus, c’è un certo eclettismo nella composizione e nell’arrangiamento dei brani, da quelli più elettrici in pieno stile ’90s (‘Cast Off‘, ‘Bike Lane‘, ‘Shiggy‘), alle tipiche (per i Jicks) scorribande in direzione prog (‘Kite‘, ‘Difficulties/Let Them Eat Wovels‘), ad altre canzoni semi-acustiche e più riflessive (‘Solid Silk‘, ‘Middle America‘, ‘Refute‘, quest’ultima uno splendido duetto con Kim Gordon). Il gusto personale ci fa propendere per queste ultime, non certo inadatte a un artista che ha compiuto ormai 51 anni, nonché vera novità nella discografia del Nostro, che sembra comunque essere a proprio agio anche con il resto del repertorio. Di certo la maturità non ha bloccato la creatività di questo autentico Peter Pan dell’alternative-rock, così propositivo da trascurare un pochino la coesione delle sue nuove creazioni. Ciononostante, che ‘Sparkle Hard‘ sia un lavoro più che buono è assolutamente fuori di dubbio.

VOTO: 🙂



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