13 in cui crederci: nuove band per il 2022


Ormai entrati nel nuovo anno, è tempo di organizzarsi per non perdersi nulla di quanto di buono ci potrà portare. Oltre ai dischi di chi ha una certa notorietà, arriveranno anche quelli di chi ancora deve farsi conoscere. Per fare sì che non ve li perdiate, proviamo a darvi qualche dritta su alcuni nomi emergenti da tenere d’occhio (a fondo pagina c’è la playlist di Spotify).


Anorak Patch 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Anche perché così giovani (tutti tra i 15 e i 18 anni), la genesi degli Anorak Patch ricorda un po’ quella degli Ash: primi singoli di più che discreto successo sin da teenager, riferimenti piuttosto rumorosi (“Queens of The Stone Age, System Of A Down & Black Midi” recita la nota stampa dell’etichetta che li ha messi sotto contratto, la Nice Swan), ma con un gusto superiore alla media – non solo dei coetanei – per le melodie, anche grazie alla bella voce della tastierista (17enne) Effie Lawrence. Lo conferma un singolo come ‘Delilah‘, dal ritornello appiccicosissimo che rimane in testa al primo ascolto. Per il quartetto di Colchester la strada sembra chiaramente tracciata.


Buzzard Buzzard Buzzard 🏴󠁧󠁢󠁷󠁬󠁳󠁿

Sono probabilmente la band di questa lista che più spesso avrete sentito nominare, i Buzzard Buzzard Buzzard. Non solo per la cacofonia della loro denominazione, ma anche perché nel 2020 hanno pubblicato un EP piuttosto corposo (ben 10 brani) intitolato ‘The Non-Stop‘, che intenzionalmente non hanno voluto considerare il loro album di debutto. Quello arriverà il 25 febbraio prossimo con il titolo di ‘Backhand Deals‘, dichiaratamente ispirato dal “glam-rock dei primi ’70” e contenente i tanti singoli anticipati dal quartetto gallese capitanato dall’istrionico frontman Tom Reese: ‘New Age Millennial Magic‘, ‘Crescent Man Vs Demolition Man‘, ‘You‘ e ‘Yourself‘.


Charlie Hickey 🇺🇸

La carriera musicale di Charlie Hickey è iniziata con una cover di una canzone di Phoebe Bridgers, pubblicata su YouTube ancora 13enne. Una performance che piacque talmente tanto alla bionda cantautrice (anch’ella, all’epoca, decisamente giovane) da far nascere un’amicizia e una collaborazione artistica. E proprio l’etichetta fondata da Phoebe, la Saddest Factory, ha non da molto pubblicato ‘Count The Stairs‘, EP d’esordio del musicista classe ’99, prodotta dal batterista della Bridgers, Marshall Vore. Evidente è la comune passione per l’indie-folk/rock di Bright Eyes ed Elliott Smith, come si evince dal primissimo singolo di Charlie, ‘No Good At Lying‘, in cui lei stessa canta i cori.


Chartreuse 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Un EP di 6 brani (‘Is It Autumn Already?‘) l’hanno appena pubblicato anche i Chartreuse, quartetto di Birmingham autore di un colto “dark-pop con influenze folk, soul e jazz“, come recita una nota stampa che parla di loro. Una band che ci ha messo un po’ ad emergere, dato che l’inizio dell’interazione dei due membri fondatori (nonché vocalist), Michael Wagstaff e Harriet Wilson, risale al 2013. Meglio tardi che mai, anche alla luce di brani non banali sotto diversi punti di vista, come il singolo ‘Things Are Changing Too Quickly‘, anch’esso parte del prestigioso deal con Communion Music.


English Teacher 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Se Florence Shaw dei Dry Cleaning è stata una delle frontwoman del 2021, la risposta del 2022 potrebbe essere rappresentata da Lily Fontaine, al centro dei palchi calcati dagli English Teacher, quartetto di Leeds anch’esso scoperto dalla Nice Swan Records. Analogamente a Florence, Lily si trova più spesso a parlare che a cantare, con le sue declamazioni sottese da taglienti chitarre moto più americane che britanniche. Sul loro Bancamp, a proposito del vecchio singolo ‘R&B‘ (che di R&B ha ben poco), si leggono paragoni con Slint e Sonic Youth, mentre paiono calzare molto più i Pixies nel nuovo ‘Good Grief‘.


Girlpuppy 🇺🇸

C’è ancora una volta Marshall Vore a dare forma a una delle migliori promesse cantautorali americane: Becca Harvey, 22enne di Atlanta, pubblica singoli ed EP da un paio d’anni con lo pseudonimo Girlpuppy. Tra indie-folk e power-pop, confeziona accattivanti melodie che riempiono il suo EP di debutto, ‘Swan‘, pubblicato lo scorso agosto da Royal Mountain (in cui peraltro suona anche il sopracitato Charlie Hickey) e che la sua stessa autrice definisce “sad, shoegazey, and nostalgic“. Becca dice di essere stata ispirata dalla passione adolescenziale per Taylor Swift e da quella più recente per la concittadina Faye Webster, entrambe, in un certo senso, udibili nel bel singolo ‘As Much As I Can‘.


HighSchool 🇦🇺

È la devozione, quasi in egual misura, a post-punk e jangle-pop il tratto distintivo degli HighSchool, trio di Melbourne guidato dal vocalist e songwriter Rory Trobbiani e completato dalla sorella e tastierista Lily e dal bassista Luke Scott. Hanno esordito lo scorso novembre con un EP, ‘Forever At Last‘ (Dalliance Recordings), che a tratti ricorda la delicatezza di genere dei Radio Dept, e che di certo deve parecchio a fine ’70 e primi ’80. ‘Frosting‘, singolo di un annetto fa e opener di una scaletta di sei brani, è un efficace esempio del potenziale del trio.


King Hannah 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Tell Me Your Mind And I’ll Tell You Mine‘, il loro EP del 2020, aveva già fatto intravedere grande sostanza nella musica dei King Hannah, duo di Liverpool composto da Hannah Merrick e Craig Whittle. La leggenda narra che Craig volle così tanto formare una band con Hannah (che aveva visto esibirsi live qualche anno prima) da aver scelto il nome del gruppo ancora prima di incontrarla e parlargliene. In ogni caso un match perfetto il loro, tanto da aver attirato l’attenzione di un’etichetta come la City Slang, che il 25 febbraio pubblicherà il loro LP di debutto, ‘I’m Not Sorry, I Was Just Being Me‘. ‘All Being Fine‘, seconda anticipazione dopo ‘A Well-Made Woman‘. Ricorda abbastanza PJ Harvey ma anche un po’ i Mazzy Star.


Los Bitchos 🇺🇾🇦🇺🇸🇪🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Compimenti dunque alla City Slang, che ha messo sotto contratto anche Los Bitchos, quattro ragazze provenienti dai rispettivi antipodi (Uruguay, Australia, UK e Svezia), ma incontratesi a Londra, dove tuttora risiedono, per fare musica. “Tripping out on Tequila and Cumbia vibes“, è la dichiarazione d’intenti impressa sulla loro pagina di Bandcamp, che annuncia anche l’uscita del loro LP di debutto, ‘Let The Festivities Begin!‘, programmata il 4 febbraio prossimo. “Ti mettono davvero di buon umore quando le ascolti“, assicura Alex Kapranos, che il disco lo ha prodotto. I loro sono brani interamente strumentali, una sorta di versione più giocosa dei Khruangbin, e a detta dello stesso leader dei Franz Ferdinand incorporano anche, oltre alla succitata cumbia, “psichedelia turca e un po’ di pop svedese“. ‘Good To Go!‘ e ‘Las Panteras‘ sono le uniche due anticipazioni sinora note di un esordio piuttosto atteso.


The Linda Lindas 🇺🇸

17, 14, 13 e 11 anni: sono le età delle quattro Linda Lindas, giovanissimo quartetto punk losangelino (ma si descrivono “Half Asian / Half Latinx“) divenuto noto grazie alla viralità su YouTube guadagnata da ‘Racist, Sexist Boy‘, brano peraltro eseguito live durante un’esibizione in una libreria. Una candidissima denuncia del razzismo endemico nella società americana, che ha fatto loro guadagnare insospettabili fan come Tom Morello, Flea, Thurston Moore e Kathleen Hanna delle Bikini Kill, band a cui sembrano ispirarsi parecchio. Il loro è infatti un punk-rock senza troppi fronzoli (“Sorelle, cugine e amiche che fanno musica insieme perché è divertente!“, dicono sul loro profilo Facebook), che ha trovato gradimento nientemeno che tra il management dell’etichetta punk per antonomasia, la Epitaph. Gli ultimi due singoli, ‘Oh!‘ e ‘Nino‘, sono usciti proprio per la label californiana e hanno tutta l’aria di essere anticipazioni del loro album d’esordio.


The Lounge Society 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Se un’etichetta di culto come la Speedy Wunderground ha deciso di puntare su di loro, dopo averlo fatto con gente come Squid e Black Country New Road, un motivo ci sarà. I Lounge Society, d’altra parte, provengono da una zona dell’Inghilterra – il West Yorkshire – piuttosto remota ma recentemente ricca di band a loro modo peculiari, come Working Men’s Club, WH Lung e Orielles. Cameron Davey (voce, chitarra) e soci hanno anch’essi una loro lettura della tradizione musicale britannica, il post-punk in particolare, rivisitato e rinvigorito da chitarre sghembe quanto taglienti. Dopo l’ottimo EP di metà anno scorso, ‘Silk For The Starving‘, è uscito il singolo ‘Last Breath‘, che potrebbe preludere al loro primo LP.


Wet Leg 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Dall’Isola di Wight al resto del mondo in pochi mesi. E’ stato questo il percorso, ad oggi senza ostacolo alcuno, delle Wet Leg, due giovani ragazze inglesi che propongono un ammaliante art-pop con udibili influenze post-punk. Forse il nome più hyped del momento in UK, già sotto contratto con un’etichetta stimata come la Domino, che l’8 aprile 2022 pubblicherà il proprio album d’esordio, intitolato semplicemente ‘Wet Leg‘. Al suo interno anche il singolone ‘Chaise Longue‘, una robina da 3 milioni di streaming, che esemplifica perfettamente quanto chiesto da Rhian Teasdale a Hester Chambers al momento della formazione del gruppo: “Dobbiamo divertirci più di ogni altra singola band!


Yard Act 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

E’ un combat-rock fieramente anti-capitalista quello degli Yard Act, quartetto di Leeds, che si potrà prestissimo ascoltare sulla lunga distanza: il loro LP di debutto, ‘The Overload‘, esce il prossimo 21 gennaio, e promette già di essere uno dei dischi del 2022. Gli immancabili Fall, i Sleaford Mods, ma anche la danceability di Wire e Franz Ferdinand sono le band citate dal  sito della BBC, che (insieme alle Wet Leg di cui sopra) li ha inseriti nel celeberrimo listone di ‘Sound of 2022‘. La vivacissima title-track del disco, per l’appunto ‘The Overload‘, mostra senza fronzolo alcuno il perché.



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