13 in cui crederci: nuove band per il 2025

Ormai entrati nel nuovo anno, è tempo di organizzarsi per non perdersi nulla di quanto di buono ci potrà portare. Oltre ai dischi di chi ha una certa notorietà, arriveranno anche quelli di chi ancora deve farsi conoscere. Per fare sì che non ve li perdiate, proviamo a darvi qualche dritta su alcuni nomi emergenti da tenere d’occhio.


Cardinals 🇮🇪

Dall’Irlanda (ma non Dublino, bensì Cork), i Cardinals sembrano essere pronti per raccogliere l’eredità di illustri connazionali recenti predecessori. In realtà il loro è più art-rock che post-punk, ma l’omonimo EP pubblicato a giugno attesta la bontà della loro proposta, riassunta dal batterista Darragh Manning in: “Scriviamo canzoni pop con intorno del rumore”. Sono sotto contratto con l’ottima So Young, tra le etichette cantera della scena anglo-sassone contemporanea.


Chalk 🇬🇧

Hanno già in calendario due concerti in Italia, i Chalk: il 26 marzo al Locomotiv di Bologna e il 27 al Bellezza di Milano. Una schedule guadagnata grazie a EP di impatto come ‘Conditions’ e ‘Conditions II’, che presto verranno seguiti (il 21 febbraio) da ‘Conditions III’. Ross Cullen, Benedict Goddard e Luke Niblock sono cresciuti a Belfast, hanno suonato spesso a Dublino, e si sono accasati alla Nice Swan, altra etichetta inglese sinonimo di qualità se si è una band emergente (avete presente gli English Teacher?). Il loro è un post-punk assai (nord)irlandese che si mischia a rumori industriali e inserti elettronici, per brani ruvidi e cupi che piacerebbero al Trent Reznor giovane.


Fcukers 🇺🇸

Newyorkesi che avevano iniziato come rocker, Shannon Wise e Jackson Walker Lewis hanno ben presto virato verso la house music, ma in una personale versione che non dimentica il loro passato alternative. Ne sono usciti una serie di singoli di immediata presa che hanno portato i Fcukers a essere considerati così cool da avere tra il pubblico, ai loro show, gente del calibro di Beck, Julian Casablancas, Clairo e Yves Tumor, oltre a scomodare paragoni con “gli anni d’oro della DFA” (l’etichetta degli LCD Soundsystem, ndr). L’EP ‘Baggy$$’, pubblicato lo scorso luglio da Ninja Tune, è un eloquente biglietto da visita per un duo che pare essere destinato a dividere: o li si amerà, o li si odierà.


Good Neighbours 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Nonostante il progetto appena partito, Oli Fox e Scott Verrill hanno già una hit: ‘Home’, diffusasi oltre la media grazie a Tik Tok. Non si è fatta scappare l’occasione la Universal, che ha messo sotto contratto i Good Neighbours tramite Polydor, grazie alla quale lo scorso aprile è uscito il primo omonimo EP. Il loro suono fa venire alla mente una collaborazione tra Vampire Weekend e Animal Collective ricoperta di zucchero filato, e non far comparire le carie sarà l’obbiettivo di un duo che pare essere stato orientato un po’ troppo all’algoritmo, oltre che eccessivamente fedele alla denominazione assai buonista. Qualcosa di interessante, comunque, c’è, tanto da aver convinto la BBC a inserirli nella sua celebre lista di inizio anno ‘Sound Of 2025’.


HotWax 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Di Hastings ma spesso a Brighton, le HotWax (ovvero Tallulah Sim-Savage, Lola Sam e Alfie Sayers) si stanno preparando al grande salto da tempo, con 150 concerti suonati negli ultimi due anni, tra cui aperture per Royal Blood e Frank Carter e festival come Reading & Leeds. Chissà se il 7 marzo sarà il momento giusto: di certo uscirà (via Marathon Artists) il loro album di debutto, ‘Hot Shock’, prodotto in presa diretta da un trio d’eccezione come quello formato da Catherine Marks, Steph Marziano e Stella Mozgawa. “Inni adrenalinici su come affrontare le paure“, è descritto nella loro pagina Bandcamp, su cui si può sentire il primo singolo, ‘She’s Got A Problem’, oltre che i vecchi EP ‘Invite Me, Kindly’ ed ‘A Thousand Times’ (entrambi 2023).


Jacob Alon 🏴󠁧󠁢󠁳󠁣󠁴󠁿

Nonostante i gioielli e i merletti presenti nelle foto per la stampa, la musica di Jacob Alon è assai essenziale. Quasi solo voce e chitarra; almeno nei due, davvero impressionanti singoli sinora editi, ‘Fairy In A Bottle’ e ‘Confession’. Nick Drake, Adrianne Lenker, Jeff Buckley, Rufus Wainwright (e noi ci aggiungiamo Damien Rice) sono paragoni già in circolazione e assai scomodi, eppure credibili ascoltando le prime composizioni note di questo giovane scozzese, che non viene né da Edimburgo né da Glasgow bensì dalla più anonima Dunfermline. Dei suoi servigi può goderne la Island (ancora una volta Universal), che ci pare abbia davvero fatto centro.


Lambrini Girls 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Sembrano le più pronte della lista, le Lambrini Girls. Se non altro perché il loro album d’esordio, ‘Who Let The Dogs Out’ è imminente: arriverà venerdì prossimo 10 gennaio, pubblicato da un’etichetta importante come la City Slang. A produrlo è Daniel Fox, che suona il basso nei Gilla Band, con il missaggio di Seth Manchester (Mdou Moctar, Battles, Model/Actriz). Se ne deduce che le canzoni delle due ragazze di Brighton (Phoebe Lunny e Lilly Macieira) siano assai rumorose, ed è in effetti ciò che conferma la press-release, descrivendole come “un debutto che non fa prigionieri (…) uno spettacolo pirotecnico nella fabbrica stessa: strano, pericoloso, eccitante (…) che danza tra pop punk in levare, toni grunge sporchi e post-punk dissonante“. Combattivi sono anche i testi, di certo non stereotipati nonché pregni di orgoglio queer. Suoneranno in Italia a breve: il 1° marzo al Bronson di Ravenna.


Luvcat 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Sarà live in giro per l’Europa fino ad agosto inoltrato, e di lei hanno già scritto Rolling Stone ed NME. Luvcat (vero nome Sophie Morgan Howarth) sembra essere destinata alla considerazione come “next big thing”, dopo aver aperto il tour di quelle dell’anno scorso, le Last Dinner Party. Le sue canzoni appaiono però più sincere, meglio scritte e artisticamente centrate. Sono sinora tre: ‘Matador’, ‘He’s My Man’ e ‘Dinner @ Brasserie Zédel’ (molto bella soprattutto quest’ultima), con tanta teatralità e parecchio vintage. In attesa di una pubblicazione sulla lunga distanza (che vista la fitta schedule non tarderà ad arrivare), questa giovane cantautrice di Liverpool (ma di stanza anche a Londra e Parigi), è entrata nel roster della AWAL.


Man/Woman/Chainsaw 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Art punk rumoroso e senza fronzoli dal cuore di Londra” si legge sulla pagina Bandcamp dei Man/Woman/Chainsaw. In realtà la loro localizzazione si ferma un po’ più a sud, nei paraggi del ‘solito’ Windmill, gravitando intorno al quale si sono formati così bene da essere stati in grado di tenere, sinora, già un centinaio di concerti in giro per il Regno Unito. A novembre per Fat Possum è uscito un ottimo e promettentissimo EP, ‘Eazy Peazy’, prodotto anche in questo caso da Daniel Fox. Ulteriore definizione della loro musica arriva dal frontman (ma c’è anche una frontwoman), Billy Ward: “Ci nutriamo della sottile linea di demarcazione tra il bello e il rumoroso, cercando spesso di saltare tra i due: è il caos che ci eccita.


Phoebe Rings 🇳🇿

Una band neozelandese influenzata “dai film di Studio Ghibli, dalle colonne sonore di ‘Zelda’ e ‘Stardew’, dalla bossanova, dagli Stereolab, e dalle ballate coreane degli anni ’90“. Sembra improponibile, eppure è l’incipit della nota stampa che introduce l’EP omonimo dei Phoebe Rings, pubblicato dalla ‘mitica’ Carpark Records lo scorso 18 ottobre. Capitanato da Crystal Choi (voce, tastiere), del quartetto fanno parte anche Simeon Kavanagh-Vincent (chitarre), Benjamin Locke (basso) e Alex Freer (batteria e percussioni). La frontwoman, di origine sudcoreana, è cresciuta a Seul per poi trasferirsi ad Auckland, dove ha studiato pianoforte jazz. Un background che ha inciso sul suono della sua band, descrivibile come indie-pop, ma più raffinato della media quanto creativamente ricco di spunti.


Sleeper’s Bell 🇺🇸

Un solo EP (curiosamente denominato ‘Umarell‘) nel 2021, e poi un album, ‘Clover’, in pubblicazione il 7 febbraio prossimo per Angel Tapes / Fire Talk. Di esso sono tre le anticipazioni già note: ‘Road Song’, ‘Over’ e la gradevolissima ‘Bored’. Ciascuna illustra dove può arrivare il folk sognante degli Sleeper’s Bell, duo di Chicago formato da Blaine Teppema ed Eva Green. La parte compositiva sembra perlopiù ascrivibile al primo, che divide il suo repertorio in “canzoni scritte quando ero un teenager e canzoni scritte come se fossi un teenager“.


Wisp 🇺🇸

Ventenne di San Francisco, Wisp non si mostra nelle foto stampa, ma ormai si sa benissimo chi è, tanto da avere una pagina su Wikipedia senza aver ancora pubblicato un album. Nel 2024 è uscito il suo primo EP, ‘Pandora’, che conferma la sua predilezione per “Whirr e My Bloody Valentine”, e anche la potenzialità di diventare “l’artista Shoegaze in più rapida crescita nell’era dello streaming”, come si legge sul sito della Interscope, gruppo Universal. Natalie R. Lu è una ragazza dalle molteplici qualità: è laureata in informatica nell’università della sua città e suona, oltre alla chitarra, anche pianoforte e violino.


World News 🏴󠁧󠁢󠁥󠁮󠁧󠁿

Anche i World News vengono dal sud di Londra; sono un quartetto, guidato da due fratelli, Alex (voce, chitarra) e Rory (voce, basso), che di cognome fanno Evans. Propongono un bel punto d’incontro tra jangle-pop e post-punk con elongazioni krautrock. Due gli EP pubblicati sinora, che ascoltati insieme fanno quasi un album: ‘Escape’, uscito a fine maggio dell’anno scorso, e ‘Mindsnap’, di sei mesi più giovane. A completare la formazione ci sono il batterista Malte Henning e il chitarrista (ritmico) Jack Tollman. Incidono per la misconosciuta Pie & Mesh Records (che potrebbe anche essere una label di loro fondazione).


 

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