Ada Lea: ‘What We Say In Private’ (Saddle Creek, 2019)

Genere: alternative-rock | Uscita: 19 luglio 2019

Sulla propria pagina Facebook, Alexandra Levy in arte Ada Lea si auto-definisce “artist from Montreal, Canada“. “Artist“, non “Musician“, perché per Alexandra/Ada le note non sono l’unica forma di espressione. E’ infatti anche pittrice e visual artist, ed è proprio per questo che il concetto di “colore” è per lei dichiaratamente importante anche quando va a comporre musica: “Penso che l’abbiamo tutti quell’abilità di vedere le canzoni come colori e ombre. Quando scrivo vedo sempre una tavolozza di colori.

Questo approccio figurativo è da tenere in grande considerazione accostandosi a ‘What We Say In Private‘, il solido album di debutto della cantautrice quebecois, una raccolta molto eterogenea di immagini musicali, spesso senza filtri, che siano direttamente provenienti dall’intimità di Alexandra o dalle registrazioni in presa diretta dei ‘rumori’ esterni allo studio (dove il produttore Tim Gowdy aveva pensato di posizionato dei microfoni). Sono però le chitarre a dettare la linea sonora del disco, sia quando si distorcono in un vero e proprio alt-rock (‘Easy‘, ‘What Makes Me Sad‘), sia quando rallentano la ritmica e abbassano i volumi (la bellissima ‘The Party‘), fino a farsi acustiche (‘Wild Heart‘, ‘Yanking The Pearls Off Around My Neck‘).

What We Say In Private‘, nonostante giunga in un periodo storico molto inflazionato da analogo cantautorato rock al femminile, è un disco che riesce a farsi notare proprio per versatilità e imprevedibilità: Ada Lea non si ripete mai, le sue scelte sono difficilmente pronosticabili, anche all’interno dei singoli brani (‘Mercury‘, ‘For Real Now‘), a cui non fanno difetto, allo stesso modo, spontaneità e cura dei dettagli. E’ senza dubbio un ottimo esordio il suo, che ha tutte le carte in regole per far risplendere i propri ‘colori’ come una delle proposte più interessanti di questa stagione.

VOTO: 😀



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