Genere: sophisti-pop | Uscita: 19 marzo 2021
Non era ancora maggiorenne Alice Phoebe Lou quando venne per la prima volta in Europa. Si stabilì per un’estate a Parigi, dalla zia, per poi andare a vivere da sola guadagnando qualche soldo come artista di strada. Tornata nel natio Sudafrica, non passò molto affinché il richiamo del vecchio continente si fece sentire. Così, finito il liceo, si trasferì prima ad Amsterdam e poi a Berlino, dove riprese a fare la busker ma questa volta come chitarrista e cantante. Alice aveva evidentemente trovato la sua strada e il suo place to be, se è vero che in un paio d’anni passò dalle esibizioni nelle stazioni della U-Bahn al primo EP, che la condusse ai primi concerti nei locali e addirittura a un’esibizione televisiva.
Sette anni dopo Alice Phoebe Lou è una cantautrice affermata, giunta al terzo album di una carriera che l’ha portata in giro per il mondo, sebbene la sua base sia ancora Berlino. Proprio nella capitale tedesca è stato inciso ‘Glow‘, che giunge a due anni di distanza da quel ‘Paper Castles‘ che le ha dato la definitiva notorietà. Un disco per lavorare al quale sarebbe dovuta partire per il Canada, viaggio che la pandemia ha costretto a cancellare: “Non ho mai passato così tanto tempo da sola nello stesso posto, nemmeno nella città in cui vivo (…) Come chi che ha sempre messo la socializzazione al di sopra di tutto sono grata di essere stata spinta a confrontarmi con me stesse e diventare un po’ un eremita. (…) Mi sono adattata e ho imparato velocemente, e soprattutto ho iniziato a scrivere canzoni direttamente dal mio cuore, senza sentirmi colpevole nell’esprimere le mie vulnerabilità“, racconta la cantautrice sudafricana sul suo sito ufficiale.
È un aspetto cruciale, questo, per comprendere la genesi di ‘Glow‘, la collezione di canzoni più intima e personale di Alice, che proprio per rimarcare questa spontaneità di intenti ha scelto di registrare, a differenza del lavoro precedente, esclusivamente con una strumentazione analogica e datata. Viene da qui il marcato tocco vintage che si ritrova in molti dei brani in scaletta (‘Only When I‘, ‘Dusk‘, ‘Mother’s Eyes‘, ‘Lover / / Over The Moon‘), praticamente tutte ballate in cui la musicista berlinese d’adozione ripercorre un periodo delicato della propria vita, tra delusioni d’amore e insuccessi relazionali. È un blend di indie-pop, folk, soul e un po’ di jazz molto appassionante, che mette in risalto le sue doti vocali e interpretative e ottimo gusto nella scelta di arrangiamenti mai invasivi (‘How To Get Out Of Love‘, ‘Heavy / / Light As Air‘, ‘Velvet Mood‘) ma sempre diversamente affascinanti (‘Glow‘, ‘Lonely Crowd‘, ‘Lovesick‘), anche grazie al contributo di Dave Parry dei Loving, che si è occupato della produzione. ‘Glow‘ si rivela dunque una consistente prova di maturità per Alice Phoebe Lou, che mostra aspetti inediti del suo cantautorato, e conferma quanto facilmente la sua scrittura riesca a coniugare sofisticazione, accessibilità e gradevolezza.