Angel Olsen: ‘Whole New Mess’ (Jagjaguwar, 2020)

Genere: acoustic-folk | Uscita: 28 agosto 2020

Prima di decidere di telefonare a John Congleton per affidargli la lussuosa produzione del suo ultimo album, ‘All Mirrors‘, Angel Olsen aveva registrato le canzoni che vi avrebbero fatto parte in una versione completamente spoglia, all’interno di uno studio ricavato da una chiesa sconsacrata di Anacortes, nello stato di Washington. Era il mese di ottobre del 2018 (‘All Mirrors‘ sarebbe uscito esattamente un anno dopo), e a coadiuvarla c’era il fidato ingegnere del suono Michael Harris. Quelle composizioni sarebbero poi state completamente stravolte dal lavoro di massiccia stratificazione messo in atto per quello che sarebbe diventato il suo quarto album in carriera. Alla versione originaria Angel è però rimasta estremamente legata, tanto da citarla più volte nelle interviste promozionali ai tempi della pubblicazione del disco, e fino a farla diventare un altro LP che si intitola ‘Whole New Mess‘.

Proprio ‘Whole New Mess‘ e ‘Waving, Smiling‘ sono gli unici due inediti di questa raccolta, composta ugualmente da 11 tracce ma con l’opener nonché title-track e l’altro singolo che rimpiazzano ‘Spring‘ ed ‘Endgame‘, mentre le restanti nove sono ordinate in una sequenza completamente differente. “Riesco a riavvertire ogni sensazione che queste canzoni evocano, molto più che in ‘All Mirrors’ dove l’intervento di altre persone le aveva allontanate da me“, spiega la cantautrice americana all’Evening Standard, ricordando anche il momento di grande fragilità in cui le aveva scritte, molto simile a quello che, sebbene per diverse motivazioni, un po’ tutti viviamo da qualche mese: “La miseria è sempre in voga“, scherza Angel. “Ero veramente depressa allora, e non avevo idea se queste canzoni fossero realmente buone; semplicemente descrivevano ciò che in quel momento era la mia vita“.

Che buone lo fossero davvero lo avrebbe stabilito il tempo, e soprattutto la calorosa accoglienza ricevuta da quel disco sia da parte della critica che del pubblico. ‘Whole New Mess‘ incrementa, se possibile, il loro valore, perché ne mostra tutta la consistenza nonostante l’essenzialità dell’esecuzione, a cui contribuiscono solamente una chitarra acustica e uno sparuto organo. La registrazione, avvenuta in presa diretta nei corridoi della chiesa, conferisce alla voce della Olsen tonalità ulteriori, che la montagna di strumentazione presente nell’album ‘ufficiale’ tendeva a coprire. È una diversa prospettiva che accredita ancora di più il talento di compositrice, cantante e musicista di Angel, similmente a quanto ‘MassEducation‘ fece per ‘Masseduction‘ di St. Vincent. Anche in questo caso è preferibile la versione originale, molto più meditata e lavorata, ma più dei re-work di Annie Clark, l’idea che questi brani fossero stati incisi mantenendone lo spirito ‘acustico’ originario stuzzica l’immaginazione: chissà, sarebbero potuti emergere ancora migliori.

VOTO: 🙂



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