Arctic Monkeys: ‘The Car’ (Domino, 2022)

Genere: soft-rock | Uscita: 21 ottobre 2022

Volevano, gli Arctic Monkeys, riportare la propria musica ai volumi che ne avevano caratterizzato la prima parte di carriera. Perlomeno, era questa l’idea con cui Alex Turner, che non vive più nello Yorkshire ma in Califonria, era entrato nei suoi studi di registrazione di Los Angeles, dopo che ‘AM‘ (2013) e soprattutto ‘Tranquility Base Hotel & Casino‘ (2018) avevano esplorato livelli audio diversissimi. “È la musica che non è voluta andare lì“, si è giustificato il frontman dopo che diversi demo sono stati cestinati e il processo compositivo è dovuto ricominciare da capo. È stato con il ritorno in Inghilterra ai Butley Priory, degli studi ricavati da un vecchio monastero nel Suffolk, che le canzoni di ‘The Car‘ hanno preso definitivamente forma, con una decisiva appendice ai Rak di Londra, dove sono state aggiunte le parti orchestrali sotto l’occhio (e l’orecchio) vigile del fido James Ford.

Dove è voluta andare, dunque, la nuova musica degli Arctic Monkeys? Non molto lontano dove si era recata quattro anni fa, in quella svolta estremamente polarizzante – molto più delle precedenti – che era stato ‘Tranquillity Base‘. Sembra esserne un perfetto seguito, ‘The Car‘, che ripropone molte delle componenti che avevano caratterizzato il lavoro precedente: Turner assoluto protagonista della scena, resto della band in secondo se non terzo piano, arrangiamenti complessi e sofisticati, brani lenti e meditativi, delineati dall’acuto stream of consciousness del musicista inglese che si fa esso stesso canzone, da cui però viene eliminata qualsiasi velleità melodica, giungendo raramente e a fatica ad aprirsi in un ritornello.

Tra i limiti di ‘The Car‘ c’è, dunque, l’effetto sorpresa. Per un gruppo che ha sempre avuto intenzione di “non rifare due volte lo stesso disco“, il settimo LP della carriera è più un passo di lato che uno in avanti. La cura maniacale dei suoni e dei testi ha tolto qualcosa alla versatilità delle composizioni, che soprattutto nel loro complesso si fanno piuttosto ostiche, senza che i ripetuti ascolti permettano loro di decollare. La sensazione è che, in questa occasione più che mai, la band di Sheffiled abbia guardato esclusivamente a sé stessa, a un proprio ambizioso ideale artistico. Non è la musica ad essersi voluta spingere fino a quel parcheggio sul tetto, sono stati gli Arctic Monkeys stessi a desiderarlo. Isolandosi come quel veicolo che sembra abbandonato tra il grigiore dei palazzi, metafora calzante di un suono che ha ridotto le proprie colorazioni anziché aumentarle. ‘The Car‘ è un disco che guarda dall’alto in basso, troppo cerebrale per dare emozione. Perfetto per ricevere complimenti, inadatto a resistere al passare del tempo.

VOTO: 😐



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