Genere: dream-pop | Uscita: 18 febbraio 2022
Non sono nuovi, i Beach House, nel pubblicare canzoni in grande quantità. Lo avevano già fatto nel 2015, quando diedero alle stampe due dischi sostanzialmente gemelli, ‘Depression Cherry‘ e ‘Thank Your Lucky Stars‘, a distanza di poco più di due mesi. Sommando i due LP si potevano contare 18 brani totali, come 18 sono le canzoni contenute in ‘Once Twice Melody‘, che le mette in scaletta tutte insieme, sebbene siano state rese di pubblico dominio a tappe: 4 o 5 alla volta in quattro diversi capitoli, uno al mese dal 10 novembre 2021 al 18 febbraio 2022. La composizione, afferma la press-release di Sub Pop e Bella Union (che distribuiscono la raccolta rispettivamente in Nord America e in Europa), è avvenuta tra il 2018 e luglio 2021, con alcuni brani originati da bozze risalenti ai 10 anni precedenti.
Siamo, dunque, di fronte a una sorta di compendio di un lungo periodo creativo del duo di Baltimora, che si è voluto, per la prima volta, fare carico anche della produzione. L’ottavo album della carriera congiunta di Victoria Legrand e Alex Scally è altresì il primo a ospitare una sezione d’archi, peraltro arrangiati da David Campbell, il padre di Beck. Massimizzare il più possibile la varietà dei brani pare essere uno degli obbiettivi creativi di questa corposa opera, come sottolinea esaurientemente la succitata nota stampa: “In queste canzoni si possono sentire molti tipi di stili e strutture. Canzoni senza batteria, canzoni incentrate sulla chitarra acustica, canzoni per lo più elettroniche senza chitarra, melodie vaganti e ripetitive, canzoni costruite intorno alle sezioni d’archi.”
Una prova quantitativamente muscolare, dunque, per ribadire una volta di più quel predominio assoluto in ambito dream-pop che i Beach House detengono praticamente dai loro esordi (era il 2006 quando uscì l’omonimo debutto), e che si conferma senza discussioni già dopo la prima parte, con gemme del calibro della title-track, di ‘Superstar‘ e di ‘Through Me‘. Non è certo da meno quanto segue, tra cui spiccano ‘Runaway‘, ‘New Romance‘, ‘Only You Know‘, ‘Masquerade‘ e ‘The Bells‘. È in ognuna della sue 18 tracce che ‘Once Twice Melody‘ si distingue come un perfetto modello di genere, senza alcun calo compositivo e con qualche leggera divagazione da un canovaccio ormai più che consolidato (l’acustica ‘Sunset‘, l’electro-pop di ‘Hurts To Love‘). Ciò che ci sentiamo, nel nostro piccolo, di rimproverargli, è il suo trincerarsi in una comfort zone nella quale le uniche vere novità sono i cambi di arrangiamento. Dopo 8 dischi e 16 anni di carriera (e perdipiù in un album doppio) si sarebbe forse potuto tentare qualche esperimento più audace. A maggior ragione considerando la non eccessiva versatilità vocale della Legrand e la relegazione della chitarra di Scally in favore delle tastiere, che ha con il tempo privato l’insieme di un elemento assai distintivo. È, insomma, sempre il solito dilemma: continuare a fare quello che si fa (molto) bene, o provare a cambiare prendendosi qualche rischio? Anche se, per sua natura, questo blog simpatizza per chi opta per la seconda ipotesi, non può non riconoscere l’assoluta bellezza di ‘Once Twice Melody‘, ennesimo capitolo di una carriera di indubbio valore.