Beachy Head: ‘Beachy Head’ (Graveface, 2021)

Genere: dream-pop | Uscita: 30 aprile 2021

Prima di entrare a far parte degli Slowdive, Christian Savill aveva fondato una band chiamata Eternal. Aveva soltanto 19 anni quando, con i suoi compagni di allora, riuscì a farsi pubblicare un singolo dalla Sarah Records. Degli Eternal, Christian era il vero e proprio frontman: oltre a suonare la chitarra, cantava, incombenza che non ebbe più modo di espletare quando, dopo un provino in cui in realtà si cercava una chitarrista donna, venne ingaggiato da Neil Halstead e Rachel Goswell. Negli Slowdive, Christian non è mai stato al centro della scena, sebbene con i Monster Movie (duo formato insieme all’amico di lunga data Sean Hewson), avesse dimostrato di poter guidare una band, pubblicando ben sei album tra il 2002 e il 2017.

È per questo che, comprensibilmente, Savill ha tenuto da parte quella manciata di canzoni che vanno a costituire l’LP d’esordio dei Beachy Head, progetto al quale contribuiscono i poli-strumentisti Ryan Graveface (Dreamend, The Casket Girls) e Steve Clarke (The Soft Cavalry), oltre il batterista Matt Duckworth (Flaming Lips) e la collega Slowdive (nonché signora Clarke) Rachel Goswell. Un gruppo di musicisti di alto livello che hanno messo mano alle “fragili” canzoni scritte da Christian nel 2019, durante un anno libero dagli impegni con la sua band più importante: “Credo che ci sia un tema ricorrente in tutto l’album e probabilmente è il motivo per cui la gente potrebbe supporre che sia stato influenzato dal lockdown. Ci sono isolamento, solitudine, depressione, distrazioni malsane, paranoia, confusione. Ma in realtà non si tratta di Covid, è solo un altro ragazzo che suona indie-rock che è stato lasciato“, spiega con amara ironia in questa intervista.

Il risultato sono otto composizioni che trasmettono molto di questo stato d’animo, a cui hanno contribuito sia il passato che il presente di Savill: ci sono le chitarre rumorose tipiche degli Slowdive (‘Micheal‘, ‘Looking For Exits‘), ma anche melodie delicatissime che non avrebbero per niente sfigurato su altri singoli della Sarah Records (‘All Gone‘, ‘October‘, ‘Hiddensee‘), oltre ad atmosfere oniriche ricorrenti nei dischi dei Monster Movie (‘Warining Bell‘, ‘Destroy Us‘). ‘Beachy Head‘ mostra come il ruolo di gregario stia molto stretto al musicista inglese, autore di un album che si segnala per gradevolezza ed empatia a cui giova l’estrema concisione (28 minuti) e l’ottima capacità di sintesi tra le illustri personalità coinvolte.

VOTO: 🙂



Lascia un commento