Black Country, New Road: ‘Ants From Up There’ (Ninja Tune, 2022)

Genere: experimental-rock | Uscita: 4 febbraio 2022

Con il senno di poi, quell’aeroplanino intrappolato nel sacchetto di plastica potrebbe essersi rivelato uno sfortunato presagio per l’immediato futuro dei Black Country New Road. Esattamente quattro giorni prima del preciso momento in cui, grazie alla pubblicazione di questo attesissimo sophomore, la band inglese avrebbe letteralmente spiccato il volo, è giunto il comunicato con cui il cantante e chitarrista Isaac Wood ha lasciato il gruppo per gravi problemi personali: “Mi sento triste e spaventato. Ho cercato di far sì che non fosse vero, ma è il tipo di tristezza e di paura che rende difficile suonare la chitarra e cantare“. Immediatamente, i restanti membri del settetto hanno deciso di cancellare il tour che avrebbe dovuto cominciare in questi giorni da Londra. Hanno anche dichiarato che non suoneranno più le canzoni di questo disco dal vivo, ma che andranno comunque avanti insieme, aggiungendo di essere già al lavoro su del nuovo materiale.

Appena pubblicato, dunque, ‘Ants From Up There‘ è già un disco postumo, o perlomeno lo è di una band che, così come era stata concepita, non esisterà più. Il cantato di Wood aveva peraltro guadagnato spazio e centralità rispetto a ‘For The First Time‘, divenendo componente imprescindibile di un suono analogamente bizzarro, imprevedibile ed estroso, ma maggiormente incanalato in una personalissima quanto dilatatissima forma canzone, con brani che superano spesso e volentieri i 6 minuti e che, sommati insieme, raggiungono quasi l’ora di durata. “Stiamo piano piano cercando di rendere la nostra musica davvero accessibile“, spiega il sassofonista Lewis Evans nella press-release della Ninja Tune. “Non c’è bisogno di suonare strano per fare musica strana (…) Oggi non c’è molta musica alternativa che suoni accessibile pur rimanendo piuttosto strana (…) ci piaceva molto l’idea di provare a farla.” Un’idea che, così come è stata sviluppata, soltanto i Black Country New Road potevano avere nelle loro teste: è per questo che le sessioni di registrazione, avvenute sull’isola di Wight, sono state condotte dal tecnico del suono che li assiste live, Sergio Maschetzko, che non aveva mai prodotto un LP prima d’ora. “Ma conosce il nostro modo di suonare meglio di quanto lo possiamo conoscere noi stessi“, è la franca investitura dei ragazzi.

È del resto sempre stato un continuo azzardo il modo di fare musica del collettivo di Cambridge, che ha fedelmente seguito nient’altro che il proprio istinto per miscelare elementi di post-punk, post-rock, chamber-pop e persino di klezmer, e a questo giro ha aggiunto anche una peculiarissima rivisitazione di ciò che è comunemente definito pop music. “Come lanciare tutta la merda contro il muro e lasciare che si attacchi“, dicono di ‘Chaos Space Marine‘, “la migliore canzone che abbiamo mai scritto” e perfetta introduzione di quanto contenuto in questo disco, riassumibile in tre sostantivi accentati come intensità, creatività e abilità. Le canzoni di ‘Ants From Up There‘ (menzioni d’onore anche per ‘Concorde‘, ‘Bread Song‘ e ‘The Place Where He Inserted The Blade‘) si prendono il loro tempo perché estremamente composite, ma non c’è un passaggio che non sia funzionalmente congeniale al bigger picture. Ognuno di essi riesce in qualche modo a sorprendere, sia che siano i fiati, gli archi, il pianoforte o le chitarre a prendersene carico, o lo faccia lo spoken-word misto a crooning di Isaac Wood. Speriamo possa un giorno tornare nel gruppo perché ha contribuito, insieme ai suoi amici, a realizzare un capolavoro.

VOTO: 😀



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