Bodega: ‘Endless Scroll’ (What’s Your Rupture, 2018)

Genere: art-punk | Uscita: 6 luglio 2018

Giovani, irriverenti, esuberanti, diretti: sono quattro aggettivi che riassumono bene cosa sono i Bodega, quintetto newyorkese sulla bocca di tutti. Soprattutto dei media inglesi, con 6music che li passa continuamente, l’NME che li ha definito la loro performance allo scorso SXSW di Austin la migliore tra gli esordienti, l’Independent che li descrive come la più eccitante nuova band nei paraggi. Di loro, prima di tutti, si era accorto Austin Brown dei Parquet Courts, che li ha voluti produrre come se questo disco fosse suo. Una delle ragioni, dunque, della forte somiglianza con il quartetto di Denton, Texas.

I Bodega, però, la loro forte personalità ce l’hanno, e si nota soprattutto da quello che dicono. Ben HozieNikki Belfiglio, i due ragazzi di Brooklyn che hanno dato vita al progetto e si dividono parti vocali principali e secondarie, discorrono frequentemente a proposito della deriva tecnologica della società moderna: “Tutto il giorno al lavoro, fisso il computer / Torno a casa dal lavoro, fisso il computer / Faccio le mie cose, fisso il computer / Mi riposo e mi rilasso, fisso il computer“, da ‘Bookmarks‘, è solo un esempio del pungente sarcasmo che li contraddistingue. Musicalmente la base di partenza è il punk (‘How Did This Happen?!‘, ‘I’m Not A Cinephile‘, ‘Can’t Knock The Hustle‘, ‘Thruth Is Not Punishment‘), che si arricchisce di divagazioni garage-rock (la succitata ‘Bookmarks‘), power-pop (‘Jack In Titanic‘) e persino folk-rock (‘Charlie‘), senza perdere immediatezza e tiro. Così, in 33 minuti, scorrono come saette 14 canzoni che sono, sopra ogni altra cosa, divertenti. I Bodega fanno pogare, ballare, sorridere e anche un po’ pensare, ed è per questo che stanno cominciando a piacere tanto a tanti.

VOTO: 😀



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