🎵 Art-rock | 🏷 Chrysalis | 12 aprile 2024
Nel 2015, una giovane band di New York chiamata Bodega Bay si auto-produceva il proprio album d’esordio, ‘Our Brand Could Be Your Life‘. Era composto da trentatré (33!) canzoni, registrate “con un microfono scassato di un Macbook“, ricorda Ben Hozie. “Era un disco super-meticoloso, ma allo stesso tempo aggressivamente lo-fi“, aggiunge il frontman. Otto anni dopo, quella band, che oggi si chiama più sinteticamente Bodega, è rientrata in studio con l’esperienza acquisita dalla pubblicazione di due successivi LP e decine di concerti, per ri-registrare il meglio di quella montagna di tracce: “Quei brani costituiscono una pietra miliare nella storia della band; quindi, era imperativo che fossero reintegrati nel nostro repertorio live. Nutrivo un impellente desiderio di eseguirli dal vivo e, conseguentemente, era fondamentale registrarle per farle conoscere a coloro che non avevano mai avuto l’opportunità di scoprire o ascoltare la formazione originale“, afferma Hozie in questa intervista a Rumore.
Delle trentatré canzoni originarie di cui sopra, la band newyorkese ne ha selezionate 13, aggiungendovi due brani inediti (‘Dedicated To The Dedicated‘ e ‘City Is Taken‘). A detta dei Bodega stessi, la crescita come autori e musicisti ha modificato alcune delle scelte stilistiche: ‘Tarkovski‘, ad esempio, ha ora un nuovo assolo di chitarra, e più in generale i pezzi sono diventati più elettrici e incalzanti. Il budget messo a disposizione dalla Chrysalis, nuova label che pubblica i Bodega proprio a partire da questa uscita, ha consentito inoltre una maggiore qualità nelle registrazioni, evidente se si ascolta su Bandcamp la prima versione del disco.
‘Our Brand Could Be Yr Life‘, che in questa rivisitazione perde un paio di lettere nel titolo, è dunque anche l’album dei Bodega meglio inciso, quello in cui la palette sonora viene ulteriormente estesa. In direzione pop, ma senza perdere quell’attitudine punk che i testi di denuncia socio-culturale – che storicamente caratterizzano il quintetto – esprimono con grande trasporto e decisione. Dell’ingenuità di una band agli esordi rimane soltanto la spontaneità di un approccio artistico ancora oggi senza compromessi, mentre dei rozzi bozzetti diventano dei singoli irresistibili: la già menzionata ‘Tarkovski‘ come ‘Webster Hall‘ (esilarante duetto che racconta uno sfortunato approccio di un giovane uomo a una giovane donna durante un concerto), una ballata come ‘Major Anderson‘ quanto il punk in tre atti di ‘Cultural Consumer‘. Il terzo LP in studio dei Nikki Belfiglio e compagni, “un prequel“, come loro stessi lo definiscono, è forse meno indispensabile dei primi due, ma ribadisce, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, come il brand “Bodega” sia ormai un produttore seriale di gran bei pezzi, che sanno far riflettere quanto divertire. Insomma, la pura essenza del rock ‘n’ roll.
🙂