🎵 Jangle-pop | 🏷️ ATO | 🗓️ 2 agosto 2024
Per Wes Leavins, i sogni possono diventare realtà. Sin da quando, da teenager, avviò una corrispondenza epistolare nientemeno che con Brigitte Bardot. Un accadimento che, alla luce del primo album della band a cui ha dato il nome, i Brigitte Calls Me Baby (evidentemente, l’attrice nelle sue missive lo chiamava “Baby”), porta alle seguenti considerazioni: 1) l’amore del cantautore texano per l’arte del passato è pluri-disciplinare e 2) impressiona la semplicità con cui descrive un’esperienza fuori dal comune, almeno per un ragazzino (“In effetti, avevo anche una cotta per lei”, confida a Spin).
E chissà se una tale imperturbabilità non derivi dalla sue ferme convinzioni sull’impermanenza, ben riassunte da un brano intitolato ‘We Were Never Alive’, scritto pensando al fatto che la vita di ognuno di noi occupa un’infinitesima parte della storia del pianeta, ed è quindi pressoché insignificante. Concetti che, se vengono declamati con le aperture melodiche e le chitarre tintinnanti presenti in ‘The Future Is Our Way Out’, acquistano un fascino trascendente anziché indurre a un atto molto terrestre come toccare ferro.
Parte dello charme dei Brigitte Calls Me Baby è, peraltro, il loro provenire dall’America più profonda (il frontman è addirittura texano) eppure suonare così inglesi, specificatamente mancuniani, con la voce di Leavins che ricorda eccezionalmente quella di Morrissey. Non bastasse, ci sono anche le chitarre di cui sopra, spesso alla Marr anche se Strokes e Arctic Monkeys paiono essere stati i più ascoltati dal Wes adolescente. Oltre ai dischi dei genitori, soprattutto di rock anni ‘50 (in particolare Roy Orbison), che gli hanno consentito di trovare quel quid vocale utile per comparire nella parte musicale dell’‘Elvis’ di Baz Luhrmann. Sul set del film, il frontman ha conosciuto il produttore Dave Cobb, che ha lavorato a ‘This House Is Made Of Corners’, l’EP di lancio del quintetto di stanza a Chicago uscito lo scorso novembre, opera che già conteneva quasi metà delle undici canzoni oggi nella scaletta dell’album di debutto.
‘The Future Is Our Way Out’ è un disco di quelli che non può non piacere a chi ha una formazione musicale che poggia le sue radici nell’Inghilterra degli anni ’80. New wave, post-punk e jangle-pop sono presenti in forma aderentissima a quanto già inciso in quegli anni, ma con sufficiente distacco temporale da non apparire un mero ricalco. Un po’ come accadde ai Gene a metà anni ‘90, i Brigitte Calls Me Baby propongono una copia dell’originale che finisce per vivere di vita propria grazie, soprattutto, alla qualità delle sue melodie. Ogni canzone è un potenziale singolo che si pone al di là dello spazio e del tempo, in quell’eternità tanto temuta quanto agognata da Leavins a cui, per allogiarvisi definitivamente, manca soltanto la fama. Che ha discrete probabilità di essere raggiunta proprio grazie a queste tracce, dalla title-track ‘The Future Is Our Way Out’ alla chiusura di ‘Always Be Fine’ passando per gioiellini come ‘Eddie My Love’ o ‘Palm Of Your Hand’. Sono testimonianza della bontà di un disco che, per fascino e qualità melodica, si dimostra il perfetto album derivativo.
😀