Cabbage: ‘Nihilistic Glamour Shots’ (BMG, 2018)

Cresciuti in una piccola cittadina nell’area della Grande Manchester, i Cabbage hanno guadagnato fama suonando (si dice più di 200 concerti) e pubblicando singoli (si dice ben 36). Guidati da non uno ma due frontman, hanno in James Skelly, leader dei Coral, il mentore: li ha fatti esordire con la propria etichetta (la Skeleton Key) e co-produce anche questo debutto su LP. In realtà lo scorso anno ne era uscito un altro, ‘Young, Dumb And Full Of…‘, ma era ‘solo’ una raccolta delle loro prime pubblicazioni.

Diffidate di chi adotta il termine “post-punk” per descrivere i Cabbage: il loro è punk senza post nel senso più puro del termine, una botta di adrenalina sia nelle ritmiche che nei contenuti disturbanti dei testi. Il loro pregio è non replicare pedissequamente quanto accaduto nel 1977, ma di considerare anche ciò che è venuto dopo. Dunque non solo Sex Pistols e Clash, ma anche Parquet Courts, Iceage e Fat White Family. Ciò che musicalmente dicono e fanno è convincente perché riconducibile unicamente a loro, anche per la scelta di non dare una struttura definita a molti dei brani. Insomma, questi mancuniani di provincia vanno un po’ dove vogliono, e risulta impossibile non corrergli dietro: brani come ‘Postmodernist Caligula‘ e ‘Obligatory Castration‘ (un capitolo a parte meriterebbero i titoli delle canzoni) è quanto i più insistenti pogatori al mondo hanno sempre sognato, ma i Cabbage sono anche una ballata marcia come ‘Exhibit A‘, divagazioni ubriache come ‘Perdurabo‘ e ‘Subhuman 2.0‘ e persino un brit-rock melodico come ‘Gibriltar Ape‘. Tutte cose apparentemente diverse, ma che concettualmente sono la stessa cosa. Insieme a Idles e Shame, il quintetto di Mossley sta dando vita a una vera e propria nuova scena inglese che potrebbe diventare un autentico antidoto alla futilità delle proposte musicali dei nostri tempi. Speriamo che la loro battaglia sia solo all’inizio.

VOTO: 😀



 

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