Caroline Rose: ‘Loner’ (New West, 2018)

E pensare che al nome di Caroline Rose, fino a poco tempo fa, erano associati due generi non certo versatili come alt-country e Americana. Quando anche voi ascolterete ‘Loner‘, potrete capire in che enorme salto in alto si sia cimentata questa estroversa cantautrice newyorkese con la passione per lo sport, almeno a giudicare dalle copertine dei singoli e dal frequente utilizzo della tuta Adidas. In realtà è tutta ironia, e la cover dell’album, in cui sembra ingurgitare più di un pacchetto intero di sigarette, lo conferma. Ironia che è parte integrante e fondamentale della musica della Rose, ragazza dai diversi pregi, tra i quali quello che più ci piace è il non prendersi mai sul serio (date un occhio qui). Altro che quell’esercito di pallide donnine con la chitarra acustica che si intestano l’illustrazione del senso della vita, Caroline se le mangia tutte in un sol boccone, anche dal punto di vista dell’abilità di musicista (guardate qui).

Ma torniamo a ‘Loner‘: un album pienissimo di canzoni con la C maiuscola, che sembra una compilation tanto la succitata versatilità è ora evidente e conclamata. C’è il rockabilly di ‘Money‘ (impossibile rimanere impassibili), la coinvolgente ‘Soul No. 5‘ (con quell’organo vi troverete a ballare sulla sedia, garantito), ma anche ballate (‘More Of The Same‘), electro-power-pop (‘Cry!‘), trip-hop (‘To Die Today‘), synth-punk (‘Bikini‘) o pop da FM (‘Animal‘). Insomma, un mischione che potrebbe sembrare azzardato se non trash, e che invece è reso coerente e coeso dalla personalità di Caroline, una che cento ne pensa e cento ne fa. E questa volta le ha fatte tutte, indistintamente, benissimo.

VOTO: 😀



 

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