🎵 Sophisti-folk | 🏷 Dead Oceans | 🗓 12 luglio 2024
E pensare che stava per lasciare la musica, Cassandra Jenkins. Aveva già venduto l’equipaggiamento che doveva utilizzare live da turnista quando, nel 2019, Kip Berman si tolse la vita. Cassandra doveva far parte della sua backing-band, fu l’ennesimo pessimo capitolo di una carriera sino ad allora sfortunatissima, iniziata con un EP nel 2013 e proseguita con un LP nel 2017, peraltro con un titolo, ‘Play Till You Win’, che aveva tutta l’aria della beffa. E invece, proprio quando era sul punto di mollare, ecco arrivare non solo un successo, ma una vera e propria consacrazione con ‘An Overview on Phenomenal Nature’, sophomore prodotto da Josh Kaufman dei Bonny Light Horsemen e pubblicato da una piccola etichetta, la Ba Da Bing!, che finalmente riusciva a mostrare al mondo il suo talento.
Il seguito di un’affermazione tanto attesa e raggiunta più a ridosso dei 40 anni che dei 30, comportava inedite aspettative nei suoi confronti, mai sopportate neanche quando, poco più che bambina, veniva trasportata in giro per l’America per suonare nei festival folk con la sua famiglia. È anche per questo, probabilmente, che una prima versione di quello che sarebbe stato (soltanto) il suo terzo album in carriera è stata scartata perché “mi sembrava poco ispirato. Ho fatto fatica ad accettare che il disco che avevo appena realizzato non mi piacesse”, racconta la musicista newyorkese in una nota. È stato rientrare nella sua comfort zone nella Grande Mela, e scegliere Andrew Lappin (L’Rain, Slauson Malone 1) come produttore, a permetterle di conseguire, con successo, l’obbiettivo di realizzare un nuovo LP che la soddisfacesse, che a questo giro esce per la ben più nota Dead Oceans.
‘My Light, My Destroyer’, titolo che intende indicare la fragile dualità emotiva parte della vita di ognuno, è un degnissimo seguito di un disco tanto osannato, che si propone di raggiungere il livello successivo mettendo in mostra diverse qualità, oltre che sgusciando via dal mero incasellamento nel folk-rock della musica sinora firmata Jenkins. A dispetto delle tredici tracce in scaletta, le canzoni vere e proprie sono soltanto otto, e spaziano dall’indie-folk (‘Clams Casino’) al pop sofisticato e un po’ jazzato (la doppietta quasi conclusiva ‘Tape And Tissue’ e ‘Only One’), passando per il rock alternativo dei suoi ascolti di gioventù (‘Petco’, che naturalmente è il pezzo che si fa preferire su queste pagine).
Un lavoro che non scomoda inutilmente i miti musicali citati dalla press-release: Tom Petty, Annie Lennox, Neil Young, David Bowie, Radiohead, PJ Harvey, Pavement e lo stesso Kip Berman. Non era facile, sia creativamente che psicologicamente, riuscire a centrare una tale conferma a stretto giro: Cassandra Jenkins ci riesce con classe, cuore e versatilità, ponendosi a pieno titolo tra le cantautrici contemporanee che diventano un riferimento per gli altri.
🙂