Clairo: ‘Sling’ (Fader/Republic, 2021)

Genere: bedroom-pop | Uscita: 16 luglio 2021

Sta crescendo, Claire Elizabeth Cottrill in arte Clairo. Non solo anagraficamente (compirà 23 anni il prossimo 18 agosto), ma soprattutto come musicista, se è vero che per il proprio sophomore è riuscita ad avere, oltre all’apporto dell’insigne Republic Records (gruppo Universal) soprattutto quello di Jack Antonoff, ormai specializzato in cantautrici da innalzare agli onori delle cronache. E’ lui che ha lavorato le nuove canzoni scritte dalla giovane musicista e ispirate dal rapporto di genitorialità instauratosi con la propria cagnolina di nome Joanie: “Ha aperto il mio mondo in modi che non pensavo fossero possibili. Prendendomi cura di lei, mi ha costretto ad affrontare i miei pensieri sulla paternità e su ciò che avrebbe significato per me“.

In realtà il contributo del super-produttore è insolitamente poco invadente, soprattutto rispetto alle sue recenti collaborazioni con Lana Del Rey e Taylor Swift, ma anche dei due dischi insieme a St. Vincent. Per una volta, la sua opera appare innalzare il livello qualitativo delle composizioni, soprattutto rispetto al precedente ‘Immunity‘, in cui Rostam sembrava voler instradare Claire alla carriera di pop-star. E’ invece molto meno leggero ‘Sling‘, sia per argomentazioni che per strumentazione. Sono tutte delicate ballate, dai suoni preminentemente vintage, a comporne la scaletta. Molto più complesse dell’innocente bedroom-pop degli esordi, ma che in cameretta ci tornano, quantomeno per essere ascoltate, meglio se nel silenzio dell’imbrunire, preferibilmente in cuffia.

Un salto di qualità rimarchevole, che finalmente rispecchia coloro che per la ragazza del Massachusetts erano le dichiarate ispirazioni di inizio carriera: City And Colour, Daughter e Phoebe Bridgers. Si va ancora più indietro a questo giro, a Joni Mitchell, Carole King e Kate Bush, paragoni che ‘Sling‘ dimostra non essere poi così azzardati. ‘Bambi‘, ‘Amoeba‘, ‘Blouse‘, ‘Harbor‘ e ‘Reaper‘ brillano letteralmente di luce propria, nonostante musicalmente si propongano di non eccedere. In principio di articolo si parlava di crescita, e quella di Clairo è una delle più rimarchevoli che ci è capitato di osservare tra una prima e una seconda opera. Che sia destinata a una grande carriera, alla luce di questo disco, sembra molto più di un auspicio.

😀



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