Cleopatrick: ‘Bummer’ (Nowhere Special, 2021)

Genere: hard-rock | Uscita: 4 giugno 2021

Ci sono sempre Ian Fraser e Luke Gruntz nelle foto delle copertine dei Cleopatrick, che siano album, EP o singoli. Rappresentano una sorta di reality che li vede ritratti in diverse fasi delle loro vite e della loro amicizia. Ecco, le cover dei due ragazzi di Coburg, Ontario (Canada) dicono soprattutto che Ian e Luke sono amici da moltissimo tempo, oltre che la band è composta da soli due elementi. Quella di ‘Bummer‘, il loro LP d’esordio, potrebbe risalire ai momenti immediatamente successivi al primo incontro (secondo Wikipedia avvenuto ai tempi dell’asilo), tanto paiono piccini. Sicuramente molto prima che i due, alla tenera età di 8 anni, cominciassero ad ascoltare gli AC/DC (!) fantasticando di emularli.

È peraltro molto probabile che i 28 minuti di questo esordio non dispiacciano ad Angus Young e soci, tanto si mostrano ruvidamente rock ‘n’ roll e affollatissimi di riff, e nonostante i riferimenti di Fraser e Guntz siano si siano aggiornati nel tempo. Difficile non pensare ai Royal Blood quando si ascolta un duo così, o se vogliamo rimanere tra i confini nazionali, ai Japandroids. In realtà, da parte loro, citano tra le proprie fonti di ispirazione Drake e Kendrick Lamar, un aspetto che va a incidere nelle loro composizioni più di quanto si possa pensare. C’è dell’hip-hop nel flow di Gruntz (‘The Drake‘, ‘Great Lakes‘), un po’ come è presente in quello del primo Alex Turner, altro modello seguito con grande evidenza (‘Family Van‘).

Sono però le chitarre distorte e la batteria pestata ciò che più rimane impresso di queste 10 tracce, che certamente non rivoluzionano la storia della musica, ma che riescono a caratterizzarsi con un suono specifico e dei vocals riconoscibili. ‘Good Grief‘, uno dei singoli, è probabilmente il pezzo migliore, energicissimo quanto ‘Victoria Park‘ e ‘No Sweat‘. Non sono però da sottovalutare quelli che si potrebbero definire i lentoni del lotto, ‘Why July‘ e ‘2008‘, o un rock rappato dell’abrasività di ‘Pepper’s Ghost‘. Posto che ci troviamo al cospetto di un disco che giunge dopo un bel po’ di gavetta (il primo EP è del 2016) e un mezzo successo commerciale (il singolo ‘Hometown‘, 2018), ‘Bummer‘ si rivela un esordio credibile, solido, e a modo suo anche divertente. Se davvero torneranno i concerti, a pogare sotto il palco dei Cleopatrick ci si potrebbe ritrovare in tanti.

VOTO: 🙂



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