Courtney Barnett: ‘Things Take Time, Take Time’ (Marathon Artists, 2021)

Genere: folk-rock | Uscita: 12 novembre 2021

Ritrovatasi di nuovo in Australia confinata dal lockdown e ben distante – sia fisicamente che psicologicamente – dalla vivace energia dei suoi live-show, Courtney Barnett ha cominciato a fare l’unica cosa che poteva, in quel momento: scrivere canzoni. Anche per questo in ‘Things Take Time, Take Time‘, titolo indicativo di una maggiore lentezza che ne ha definito sia la fase compositiva che la forma stilistica, non suona la band che solitamente la accompagna dal vivo, fondamentale invece nel fornire abrasività al precedente ‘Tell Me How You Really Feel‘ (2018) e soprattutto all’esordio ‘Sometimes I Sit And Think, And Sometimes I Just Sit‘ (2015).

Ha lavorato in quasi totale solitudine Courtney, con la sola eccezione del contributo, in fase di produzione, della batterista delle Warpaint Stella Mozgawa, che l’ha aiutata a scovare le ritmiche giuste, congegnate sovente con l’ausilio di una drum machine, per brani estremamente più quieti rispetto alla media della cantautrice di Melbourne. Quasi tutti “soft and folk“, come preannunciò ella stessa in un’intervista radiofonica di quasi un anno e mezzo fa, ma pure insolitamente scarni e assai concisi: appena 34 minuti la durata complessiva di quello che è il suo terzo LP in carriera, che abbandona anche la densissima verbosità da stream of consciousness che aveva liricamente saturato l’esordio.

Questa Barnett così diversa da quella che eravamo abituati ad ascoltare, personalmente, ci piace parecchio. ‘Things Take Time, Take Time‘ la dà proprio quella sensazione (sono parole sue) di “confortare un amico abbracciandolo“, è un disco caldo e ispirato, molto ben scritto sia a livello melodico che testuale. I due ottimi singoli ‘Rae Street‘ e ‘Before You Gotta Go‘ sono estratti molto indicativi del suo rinnovato approccio, mentre un brano come ‘Turning Green‘ (il migliore del lotto) mostra ben altro rispetto al soft-folk di cui sopra, pur senza esondare dall’atmosfera introspettiva e raccolta che permea tutto il lavoro. Da menzionare, poi, un paio di piccole squisitezze indie-pop quali ‘If I Don’t Hear From You Tonight‘ e ‘Write A List Of Things I Look Forward To’. In definitiva, il nuovo album della musicista australiana si mostra certamente meno caratterizzato a confronto del folgorante debutto di ormai sei anni fa, ma analogamente ad esso è pieno di gran belle canzoni, di grande gradevolezza e perfette per passare una mezz’oretta di assoluto relax.

VOTO: 🙂



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