Daughter: ‘Stereo Mind Game’

🎵 Dream-pop | 🏷 4AD | 🗓 7 aprile 2023

Un decennio dopo l’LP di debutto (‘If You Leave‘, 2013), i Daughter pubblicano il terzo album della loro carriera. Appena, verrebbe da dire, non considerando la colonna sonora ‘Music From Before The Storm‘ (2017) e il debutto in autonomia di Elena Tonra con il moniker Ex:Re (2018). Gli anni passati dal sophomore ‘Not To Disappear‘ (2016) sono ormai sette, nonostante le prime fasi di scrittura di queste nuove canzoni siano partite appena dopo. Il progetto solista di cui sopra e soprattutto la pandemia, hanno però fatto sì che ‘Stereo Mind Game‘ slittasse al 2023.

Un settenato passato in parte in UK (tra Devon, Bristol e Londra), in parte negli Stati Uniti (San Diego, Portland e la Vancouver nello stato di Washington), dove la frontwoman ha vissuto una relazione fugace quanto intensa che ha indirizzato i testi di questo disco, incentrati sulla frequente alternanza di connessione e disconnessione interpersonale. Un po’ come accaduto nell’interazione con i suoi colleghi, trasferitisi entrambi lontano da Londra. Nonostante ciò, ‘Stereo Mind Game‘ appare il disco più suonato dei tre pubblicati sinora dai Daughter, il cui status di band di tre elementi (forse per la prima volta) supera quello digruppo di Elena Tonra”. In questo LP è assi difficile continuare a definirli una band indie-folk, è una definitiva virata verso il dream-pop la loro, con le chitarre di Igor Haefeli che si fanno sentire molto di più rispetto al passato, creando tappeti sonori sui quali si appoggia una strumentazione piuttosto ampia, tra cui l’orchestra di archi 12 Ensemble.

Stereo Mind Game‘ anche il lavoro più eclettico e al tempo stesso più completo del trio di North London, con una serie di singoli (o potenziali tali) assai entusiasmanti: ‘Be On Your Way‘, ‘Party‘, ‘Dandelion‘, ‘Swim Back‘, ‘To Rage‘. Ci sono però anche interessanti variazioni: ‘Isolation‘ ricorda l’acustica degli esordi, ‘Junkmail‘ e ‘Fututre Lover‘ potrebbero provenire da un album trip-hop, mentre ‘Neptune‘ è forse il pezzo più interessante del lotto, con atmosfere cangianti e la voce di Elena in gran spolvero. Come lo sono i Daughter tutti nella totalità di questo disco, una gran bella prova da parte di una band che sembra avere la ferma intenzione di non deludere mai il proprio pubblico.

😀



 

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