Genere: psychedelic garage-pop | Uscita: 13 marzo 2020
Non è un caso che Deap Vally e Flaming Lips abbiano voluto fondere i loro nomi e chiamare il progetto comune Deap Lips. Quella tra le due band americane è infatti una vera e propria collaborazione fifty-fifty: c’è molto di ciascuna band nelle dieci tracce di quello che è formalmente un esordio, sebbene le parti vocali siano quasi sempre appannaggio del duo californiano, mentre la produzione appare molto influenzata dal mitologico collettivo dell’Oklahoma, nello specifico dal fondatore Wayne Coyne e dal fido tuttofare Steven Drozd, i due membri che si sono concretamente impegnati per la realizzazione di questo LP.
E’ stato proprio il frontman a far scoccare la scintilla, andando a conoscere di persona le Deap Vally dopo aver assistito a un loro concerto, erano circa quattro anni fa. Lindsey Troy e Julie Edwards, già da tempo grandi fan dei ‘Lips, hanno mantenuto vivi i contatti, finendo per entrare nel loro studio ad Oklahoma City con l’obbiettivo di registrare un paio di brani, ma uscendovi addirittura con un album intero, per il quale sono state ‘riciclate’ anche un paio composizioni di Coyne originariamente destinate a Miley Cyrus e Kesha.
L’intesa tra le parti è immediatamente evidente in un disco che si rivela molto più conciso rispetto alle ultime pubblicazioni marchiate Flaming Lips. Le tracce in scaletta sono tutte canzoni nel vero senso del termine, ognuna farcita dai suoni giocosi tipici di Drozd che si appiccicano funzionalmente a una scaletta piuttosto eclettica. Si va dagli pseudo-garage di ‘Home Thru Hell‘ e ‘Motherfuckers Got To Go‘ al folk-pop di ‘Hope Hell High‘, passando per la psichedelia melodica di ‘One Thousand Sisters With Aluminum Foil Calculators‘ e ‘Shit Talking‘ per giungere, nella parte conclusiva, ad atmosfere più electro e vagamente R&B. Lindsey Troy si mostra vocalist assai versatile e dona grande personalità a un disco che è solo apparentemente un divertissement: nonostante la sua natura catchy e un po’ frivola mostra anche una più che discreta sostanza in canzoni ben scritte, ben eseguite e brillantemente arrangiate.