Didi: ‘Like Memory Foam’ (Damnably, 2018)

Genere: noise-pop | Uscita: 23 novembre 2018

E’ stata la nonna della bassista Leslie Shimizu, una dei tre co-frontman del gruppo, a ispirare il nome Didi, ufficialmente scritto tutto minuscolo e a dire il vero non facilissimo da scovare su Google e Spotify. Nelle search vi si può aggiungere Colombus, la capitale dell’Ohio da cui il quartetto, tre ragazze e un ragazzo, proviene. E’ stata l’altra co-leader Meg Zakany, che aveva visto diverse volte i futuri compagni esibirsi live nei locali in città, a chiedere loro di formare una band.

Oltre alle origini giapponesi di Leslie, nel background dei Didi si incrociano anche le discendenze messicane e colombiane degli altri due co-vocalist e co-songwriter, la stessa Meg e Kevin Bilapka-Arbelaez. A parte alcuni titoli (‘Haru‘, ‘Anzaldùa‘, ‘Muerde‘), però, la loro musica è totalmente di tradizione americana, debitrice di mostri sacri della storia del rock indipendente a stelle e strisce come Pixies, Pavement e Sonic Youth. I quattro ragazzi dell’Ohio sono bravi a filtrare il rumore che deriva da tali influenze con una raffinata sensibilità pop, un po’ come fanno gli Swearin’, gli Hop Along o le newcomer Snail Mail e Soccer Mommy.

Paradossalmente, sebbene un tour UK sia ancora solamente nei loro desideri, dei Didi si è accorta un’etichetta inglese, la Damnably. Ne ha avuto ben donde, perché brani come le succitate ‘Haru‘ e ‘Anzaldùa‘, o ‘Dead Tongues‘ e la conclusiva e tenera ‘Bleached‘, non hanno nulla da invidiare a chi di trasvolate transatlantiche ne ha fatte parecchie. Proprio l’equilibrio tra indie-pop e alt-rock calibrato dai Didi è la cifra vincente di questo disco, che non si perde in inutili fronzoli, non alza mai troppo la voce e i volumi, ma non è neanche eccessivamente sdolcinato. Il triplo contributo in fase di scrittura, poi, ha aiutato a confezionare questa decina di canzoni senza troppa ripetitività e con reiterata freschezza. Insomma, ‘Like Memory Foam‘ è davvero un disco gradevole, speriamo si possa fare ascoltare quanto merita.

VOTO: 🙂



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