Genere: slacker-rock | Uscita: 6 marzo 2020
“Volevamo semplicemente diventare la migliore band di Madison, ma poi le cose hanno continuato a crescere“: così Isaac deBroux-Slone, co-fondatore dei Disq insieme all’amico Raina Bock, illustra al Daily Star gli iniziali, modesti obbiettivi del suo gruppo. Un gruppo che ora è diventato un quintetto, firmato un contratto con la Saddle Creek e aperto il tour europeo dei Districts e quello americano degli Shame. E nonostante i primi viaggi inter-continentali, il legame con la propria terra è ancora molto forte: “Madison è super-cool, si trova in mezzo a due laghi, e c’è un po’ di tutto. La gente è molto amichevole, puoi fondare una band al lunedì e suonare il tuo primo concerto la settimana seguente, e vengono comunque a vederti in tanti“, assicurano questi nerd poco più che ventenni manco facessero parte del locale ente turistico.
Non è un caso che quando Isaac e Raina dovettero trovare dei musicisti che li accompagnassero live, abbiano scelto tre ragazzi di Madison come loro: “Dopo un po’ che suonavamo con loro abbiamo realizzato che la line-up era molto solida, e abbiamo deciso di tenerli ufficialmente nella band“. In effetti quello dei Disq è un suono molto denso, in cui le chitarre spesso sono tre, e tutte distorte. Nonostante siano pressoché millennial, è evidente la loro passione per i rumori degli anni ’90, ben guidati da un produttore esperto e adeguato a questo tipo di suono come Rob Schnapf (già in studio, tra gli altri, con gente come Beck, Kurt Vile ed Elliot Smith): il singolone ‘Daily Routine‘ e la bella ‘Gentle‘ potrebbero sembrare degli outtake di ‘Pinkerton‘ dei Weezer, ‘I’m Really Trying‘ avrebbero potuto cantata i Sebadoh. Isaac e soci hanno però anche un lato meno irruente, come dimostrano ballate tra i primi Teenage Fanclub e lo stesso Smith quali ‘D19‘ e ‘Trash‘. Del resto è lo stesso deBroux-Slone a confidare di ascoltare spesso “Big Star e Wilco” e follower come “Andy Shauf e Alex G“.
Il meglio, però arriva quando queste due anime, quella elettricissima (quasi noise) e quella semi-acustica, si incrociano: in ‘Loneliness‘ e ‘Drum In‘ ad esempio, due brani in cui cambi di ritmo e intensità si succedono frequentemente. Sono dimostrazioni plastiche di quante frecce al proprio arco abbiano i Disq, che mostrano la ferma intenzione di rifuggere totalmente la prevedibilità (si ascolti uno strumentale come ‘Fun Song 4‘), e sanno quando spingere sull’acceleratore e quando rallentare. ‘Collector‘ è un disco eclettico ma allo stesso tempo molto focalizzato, una bella sorpresa da parte di una band più matura della sua età, che è certamente la migliore di Madison, ma anche di molte altre al di fuori del Wisconsin.