Ducks Ltd: ‘Modern Fiction’ (Carpark, 2021)

Genere: jangle-pop | Uscita: 1 ottobre 2021

Ne avevamo parlato pochi mesi fa dei Ducks Ltd, giacché a maggio era uscito ‘Get Bleak‘, riedizione di un loro precedente EP a cui erano stati aggiunti tre nuovi brani (per un totale di sette). Un’introduzione voluta dall’etichetta che li ha reclutati, la Carpark Records, che inequivocabilmente ne rivelava la vocazione melodica quanto vintage. Questo ‘Modern Fiction‘ si propone invece come prima opera completa frutto dell’affinità creativa instauratasi tra Tom McGreevy (voce, chitarra, basso, tastiere) ed Evan Lewis (chitarra, basso, drum programming), nonostante il playing, meno di 30 minuti, non si possa di certo definire long. In scaletta di tracce ce ne sono comunque 10, ognuna delle quali rilancia l’evidente ambizione del duo di stanza a Toronto di comporre la canzone (indie-)pop perfetta.

The Servants, The Clean, The Chills, The Bats, Television Personalities, Felt e Look Blue Go Purple” sono i riferimenti stilistici citati da Tom ed Evan nella press-release di questo disco, equamente divisi tra Inghilterra e Nuova Zelanda, tra C86 e Dunedin Sound. Una scelta di campo assolutamente lampante alla luce del loro jangle-pop molto modulato e ballabile, che va a parare spesso e volentieri in quel power-pop collegiale più tradizionalmente affine alla loro collocazione geografica. Un suono da band generato dalla versatilità degli unici due membri del gruppo, che si dividono chitarre e bassi ma che per la ritmica hanno dovuto servirsi dell’ausilio di una drum machine: “È musica per computer che cerca in tutti i modi di non sembrare musica per computer“, scherza McGreevy, che solitamente porta le sue bozze, composte con la chitarra acustica, all’amico più portato per la tecnologia. Proprio Lewis, negli scorsi mesi rimasto a lungo in Australia (dove è nato) causa pandemia, ha potuto perfezionare questo esordio con l’aiuto di James Cecil, produttore ed ex membro degli Architecture in Helsinki.

Il risultato è, intuitivamente, assai derivativo, ma al tempo stesso di una gradevolezza estrema. Si era già intuito con ‘18 Cigarettes‘, anticipazione tra le migliori dell’anno, un brano di una rotondità melodica che rasenta quella perfezione pop menzionata qualche riga fa. Non è l’unico potenziale banger del lotto: ‘How Lonely Are You?‘, ‘Under The Rolling Moon‘, ‘Always There‘, ‘Sullen Leering Hope‘ e ‘Grand Final Day‘ non rendono poi tanto di meno. Considerando ‘Modern Fiction‘ come piena espressione del genere di riferimento, e censurando eventuali pretese rivoluzionarie inadatte a un tale contesto, il giudizio non può che essere lusinghiero: queste canzoni viene voglia di ascoltarle, se non proprio all’infinito, quantomeno a lungo.

VOTO: 😀



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