Genere: art-punk | Uscita: 11 novembre 2022
Divertenti, diretti, concisi ed eclettici. Sono i quattro aggettivi che ben possono descrivere la musica e, più in generale, l’attitudine artistica dei Dumb, quartetto di Vancouver non certo celeberrimo, ma che piano piano si sta guadagnando un fedele seguito. Ha esordito sulla lunga distanza nel 2018, con quel ‘Seeing Green‘ che anche da queste parti si ebbe la fortuna di ascoltare. Hanno replicato l’anno dopo con ‘Club Nites‘, ed ora è la volta di questo ‘Pray 4 Tomorrow‘, che nonostante il numero nel titolo non è un disco rap, ma svaria tra l’art-rock, il post-punk e un bel po’ di altre cose, a cui è concesso ampio spazio di cittadinanza anche per il fatto che le tracce in scaletta sono ben 18.
In realtà, il terzo album in carriera della band canadese, auto-prodotto negli studi di proprietà del frontman Franco Rossino e del chitarrista Nick Short, dura poco più di 40 minuti, una sintesi data dal rispetto dei modelli di genere (Devo e Parquet Courts su tutti), ma anche da una innata abilità nel congegnare canzoni che vanno dritte al punto. Non ci si annoia mai in ‘Pray 4 Tomorrow‘, come non lo si faceva negli episodi precedenti, che comunque di brani in tracklist ne avevano già 14. A questo giro si svaria di più, si passa anche dall’alt-folk di ‘Strange In The Morning‘ e ‘The Entertainer‘ (peraltro cantati dalla bassista Shelby Vredik) e perfino in zona ska con ‘Dropout‘ e ‘Sleep Like A Baby‘. Sono però le canzoni maggiormente nelle loro corde, come ‘Gibberish‘, ‘Quarter Stereo‘, ‘Watch This Drive‘ e le brevissime ‘Out Of Touch‘ e ‘Fully Compromise‘, a convincere di più. È dunque una solida conferma il terzo LP dei Dumb, per i quali si possono semplicemente (e con buona dose di pigrizia) ripetere i quattro aggettivi di inizio articolo: divertenti, diretti, concisi ed eclettici.