Dylan Mondegreen: ‘A Place In The Sun’ (auto-produzione, 2018)

Genere: indie-folk/pop | Uscita: 9 novembre 2018

Ah, il socialismo democratico scandinavo! In ben poche altre parti del mondo il genitore di sesso maschile ha la possibilità di godere di quattro mesi di congedo parentale per accudire il proprio figlio appena nato. Succede, fortunatamente, in Norvegia, e a beneficiarne felicemente è stato Børge Sildnes, cantautore che in arte si fa chiamare Dylan Mondegreen, che ha così avuto tutto il tempo di completare il quinto album della sua ormai rilevante carriera.

Sono potuto rimanere a casa e registrare chitarra e voce, mentre il piccolo dormiva“, racconta in questa intervista agli amici di Indieforbunnies, ed è abbastanza indicativo il fatto che il figlioletto, nonostante il padre stesse suonando, seguitasse a dormire. Merito della delicatezza della musica di Børge/Dylan, uno che le sa proprio scrivere le canzoni, e che ha un innato talento per la composizione di melodie vellutate e seducenti. E’ difficile riuscire a non appassionarsene, lo è dal lontano 2007, anno dell’esordio ‘While I Walk You Home‘ (che conteneva la bellissima ‘Wishing Well‘), ma lo è stato soprattutto nel 2012, quando uscì quell’omonimo LP che gli portò manifestazioni di interesse anche dall’altra parte dell’Oceano.

Proprio quel disco era stato lavorato insieme a Ian Catt, produttore di casa alla Heavenly Records e abituale collaboratore dei Saint-Etienne, che in un continuo scambio epistolare tra UK e Norvegia ha fornito un fattivo apporto anche a questo nuovo album. ‘A Place In The Sun‘ ribadisce così tutto quanto il buono a cui il cantautore scandinavo ci aveva abituati: il calore della sua voce, la raffinatezza degli arrangiamenti, la bontà della scrittura, la gradevolezza delle melodie. Sono tutti elementi che lo potrebbero senza troppa fatica porre a metà della strada che separa i connazionali Kings Of Convenience dalla Scozia dei Belle And Sebastian. Garantiamo personalmente che queste otto canzoni non sfigurano al cospetto di cotanto paragone: si ascoltino ‘A Place In The Sun‘, ‘Don’t Call Me‘, ‘The Best Thing‘ e ‘Architect‘ per rendersene conto.

VOTO: 🙂



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