Fenne Lily: ‘Big Picture’ (Dead Oceans, 2023)

Genere: dream-folk | Uscita: 14 aprile 2023


Sebbene la lavorazione di questo disco sia avvenuta esclusivamente negli Stati Uniti, ‘Big Picture‘, il terzo album in carriera di Fenne Lily, è stato interamente scritto nel suo appartamento di Bristol, in un momento difficile perché confinata in casa dalla pandemia, ma anche lieto giacché sotto lo stesso tetto della persona amata. È dunque un saliscendi di emozioni, sentimenti e stati d’animo, scritto per la prima volta al presente senza rivolgere lo sguardo a ciò che è stato: “Volevo ritrarre le cose mentre accadevano, piuttosto che maledire il passato (…) Si tratta di affrontare situazioni problematiche, ma in un modo in cui le affrontiamo tutti, cercando di trovare soluzioni e di osservarle da ogni lato, senza sentirsi vittime“, racconta la musicista inglese in questa intervista ad Under The Radar.

All’isolamento forzato, peraltro sfortunatamente corrispondente alla fase di realizzazione del precedente ‘Breach‘ (2020), ha fatto da contraltare il successivo ritorno negli States, per la precisione nella frequentatissima Carolina del Nord, per lavorare insieme a tante persone, il ricercatissimo Brad Cook (produzione) e un vero e proprio super-gruppo composto da Melina Dutere alias Jay Som (che si è occupata anche del mixaggio), Christian Lee Hutson (chitarra e co-produzione) e Katy Kirby (cori). Le canzoni di ‘Big Picture‘ hanno però mantenuto il loro animo intimo e carezzevole affinato in quell’appartamento di Bristol, rendendolo un lavoro assai coeso ma molto diverso dal sophomore co-prodotto da Steve Albini.

Etichettare la musica ‘dolce’ come ‘triste’ invece che come ‘riflessiva’ è la differenza che passa tra una persona che piange tutto il tempo e una che ti fa pensare: ‘Ah, non l’avevo pensata così’“, ci tiene a specificare Fenne, anelando a una considerazione scevra da ingombranti paragoni. Se lo merita, perché ‘Big Picture‘ è un altro bel disco, meno immediato dei precedenti ma più soddisfacente sulla lunga distanza, in un tragitto in cui le melodie si rivelano piano piano siano a conquistare definitivamente l’ascoltatore. ‘Map Of Japan‘, ‘Dawncolored Horse‘ e ‘Lights Light Up‘ sono un perfetto tris di partenza, ma anche resto dell’album procede con grande continuità qualitativa sino alla bellissima conclusione rappresentata da ‘Half Finished‘. Che, a dispetto del titolo, non lascia le cose a metà ma completa un’opera di grande gusto, misura e sensibilità.

VOTO: 🙂



 

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