Gorillaz: ‘Song Machine, Season One: Strange Timez’ (Parlophone, 2020)

Genere: electro-(hip)pop | Uscita: 23 ottobre 2020

E chi l’avrebbe detto, quel 27 novembre 2000, quando uscì il primo EP, ‘Tomorrow Comes Today‘, che i Gorillaz sarebbero rimasti tra noi per (almeno) altri 20 anni? Non sembrava facile procrastinare un progetto che mischiava così profondamente virtuale e reale, nato quando internet non era ancora di diffusa utilizzazione. Eppure la band di cartoni animati disegnati da Jamie Hewlett entrerà tra poco più di un mese nel proprio terzo decennio di vita, rappresentando sempre di più, in mezzo a una moltitudine di side-project, il vero e proprio progetto solista di Damon Albarn. Che, paradossalmente, in ogni brano accreditato a 2-D, Murdoc, Russel e Noodle, non è mai rimasto solo. A maggior ragione in questa raccolta di singoli intitolata ‘Song Machine‘, un’idea nata per celebrare il 20° anniversario del ‘quartetto’ e probabilmente anche per coinvolgere il maggior numero possibile di stimati colleghi, tanti come mai nella storia dei Gorillaz.

Robert Smith dei Cure, Beck, sir Elton John, l’ex Joy Division/New Order Peter Hook, St. Vincent, Fatoumata Diawara, Leee John degli Imagination, oltre ad artisti di formazione più recente come Slaves, Slowthai, 6lack, Georgia e Schoolboy Q sono tutti inclusi nei numerosissimi featuring, impattando fortemente su un disco che ha una coesione solo leggermente superiore a una compilation. È evidente la scelta di lasciare ampio spazio, sia in fase di scrittura che di interpretazione, a tali illustri ospiti e ai loro generi musicali di riferimento. A cercare di compattare il tutto c’è ancora una volta Remi Kabaka Jr., unico musicista realmente esistente (oltre ad Albarn) a essere membro effettivo del gruppo, nel ruolo di produttore ufficiale da ‘Humanz‘ del 2017, ovvero da dopo il più lungo iato di un progetto che negli ultimi tre anni ha ripreso con grande continuità a realizzare musica.

È dunque difficile dare un giudizio d’insieme alle 11 tracce della versione standard (su Spotify c’è la deluxe, con sei brani in più) di quella che viene definita la “Season One” di ‘Song Machine‘. Ci limitiamo a sottolineare come questo LP contenga ‘Strange Timez‘, il primo inedito di Robert Smith dopo lungo tempo (dei Cure non esce più niente dal 2008, l’ultima sua ospitata è stata nel 2015 con i Twilight Sad), non a caso posto in apertura e come co-titolazione del disco; come la presenza di Beck, altrettanto non accidentalmente nella seconda posizione della tracklist con ‘The Valley Of The Pagans‘, si sposi particolarmente bene con il pastiche musicale di Albarn e soci cartoni; come il brano scritto con Peter Hook, ‘Aries‘, avrebbe anche potuto essere un possibile nuovo singolo dei Blur; e come due artisti agli antipodi quali Elton John e il rapper 6lack paiano un accoppiamento ideale per un duetto in ‘The Pink Phantom‘, analogamente a Slaves e Slowthai in ‘Momentary Bliss‘. La parte 1 di ‘Song Machine‘ è dunque all’insegna del divertimento e dello spassoso straniamento, una serie di sketch ben riusciti che non si prestano, però, ad ulteriori approfondimenti. Come molte delle serie TV da cui trae ispirazione, ciò che più rimane della prima stagione è l’attesa per la seconda.

VOTO: 😐



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