Gorillaz: ‘The Now Now’ (Parlophone, 2018)

Genere: electro-pop | Uscita: 29 giugno 2018

C’è il solo 2-D disegnato sulla copertina di ‘The Now Now‘, il nuovo album dei Gorillaz che giunge a un anno di distanza dal precedente ‘Humanz‘. La scelta non è casuale: 2-D è l’alter-ego di Damon Albarn, il frontman reale della band virtuale, che è chiaramente il protagonista assoluto di questo disco. “Pretty much just me singing” (“Perlopiù solo io che canto”) aveva, per l’appunto, affermato il leader dei Blur nelle rituali interviste pre-pubblicazione. In effetti, il sesto album in carriera del progetto in comune con il fumettista Jamie Hewlett è quello che più di tutti sembra concretamente essere un suo lavoro solista.

Canta un sacco e canta canzoni, Damon, e si fa decisamente più introspettivo rispetto ai trascorsi con la band cartonata. E’ una decisa sterzata, soprattutto se si rammenta l’attitudine hip-hop hardcore e la parata di star un po’ pacchiana che caratterizzavano ‘Humanz‘. Se il disco uscito nel 2017 era colmo di rap, in questo a sbaragliare il campo è il pop elettronico, miscelato come da tradizione con molte altre cose: dall’indietronica (‘Souk Eye‘) al funk (‘Humility‘ con Geroge Benson), dal soul (‘Sorcererz‘) ad ancora un po’ di hip-hop (‘Hollywood‘, nuovamente con Snoop).

The Now Now‘ è un’inattesa quanto graditissima sorpresa, ma soprattutto è una raccolta di ottime composizioni che tra i loro tanti pregi possono vantare quel tocco bittersweet esclusivo marchio di fabbrica del loro creatore. Tra di esse vi sono alcune chicche: l’incalzante ‘Tranz‘ ma anche ‘Idaho‘, ‘Magic City‘ e ‘File Flies‘, che con un diverso arrangiamento avrebbero potuto benissimo finire in un LP dei Blur. E’ il loro essere a tutto tondo canzoni che rende questo lavoro un unicum nella discografia dei Gorillaz, la loro versione più autentica e meno virtuale. Ed è l’aspetto che fa sì che questo disco sia così interessante e soprattutto così riuscito.

VOTO: 😀



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