Hot Chip: ‘A Bath Full Of Ecstasy’ (Domino, 2019)

Genere: electro-pop | Uscita: 21 giugno 2019

Apprendere della morte di Philippe Zdar ci ha lasciati attoniti e immensamente tristi. Era quel tipo di persona aperta e infinitamente entusiasta che portava gioia a chiunque gli fosse vicino“: sono queste le parole di cordoglio utilizzate dagli Hot Chip per ricordare l’amico e collaboratore all’indomani della sua scomparsa, avvenuta lo scorso 20 giugno. Esattamente il giorno dell’uscita del loro settimo album in carriera, co-prodotto proprio dal musicista francese.

‘A Bath Full Of Ecstasy‘ aveva preso forma, soprattutto a livello sonoro, nel suo studio di Parigi. Da buon French Toucher, Philippe aveva ridotto al minimo le chitarre dando ampio spazio a un vasto range di sintetizzatori, e ottenendo così un suono anni ’80 mellifluo e, come dice il tastierista Joe Goddard, “epico e possente“. Era la prima volta, in una carriera iniziata nel 2000, che gli Hot Chip ingaggiavano dei produttori esterni: oltre a Zdar, lo scozzese Rodaidh McDonald, celebre per i suoi lavori con gli XX, che si è concentrato più sul dare un’accattivante forma-canzone alle composizioni del quintetto londinese.

La cura di ogni minimo dettaglio è certamente uno dei punti di forza di questo album che è, come dice Pitchfork, “più strano di quello che sembra“. Sono infatti tantissimi gli strati di suoni accatastati con l’aiuto del compianto fondatore dei Cassius, e sebbene il cantato sempre un po’ monocorde di Alexis Taylor rischi di far sembrare questo LP qualcosa di oltremodo già sentito, l’ascolto ripetuto e attento svela tante piccole novità, anche nell’utilizzo della sua voce (gli effetti di ‘Spell‘ e ‘Bath Full Of Ecstasy‘). Chiaramente ci troviamo sempre in territori electro-pop vicini alla house, ma le strutture dei nove brani in scaletta nascondono spesso un passaggio inatteso o comunque non scontato (si ascoltino ‘Hungry Child‘, ‘Clear Blue Skies‘ o la conclusiva ‘No God‘). ‘A Bath Full Of Ecstasy‘ riporta poi in gran spolvero la grande predisposizione degli Hot Chip per la scrittura melodica, la stessa che ha sfornato classici come ‘Boy From School‘ o ‘Ready For The Floor‘: ‘Melody Of Love‘, ‘Echo‘ e ‘Positive‘ sono esempi azzeccati, e contribuiscono a dare a questo album quel tocco da warm-up pre-disco che si addice particolarmente alla mezza età dei componenti di un gruppo che, in questa occasione in modo particolare, riesce mirabilmente a suonare da evergreen.

VOTO: 🙂



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