Jade Bird: ‘Different Kinds Of Light’ (Glassnote, 2021)

Genere: folk-rock | Uscita: 13 agosto 2021

Ha cambiato spesso residenza, Jade Bird, sin da piccola. Da Hexham (Northumberland) a una base militare in Germania (dove era impiegato il padre), quindi nel Sud del Galles dopo la separazione dei genitori, e infine di nuovo Londra, per frequentare la celebre BRIT School Of Performing Arts. L’ultimo cambiamento è molto più recente: Austin, Texas, località molto più affine a quanto a Jade è sempre piaciuto suonare. Ci è andata insieme a Luke Proser, il fidanzato ma anche il chitarrista della sua band, perché nel frattempo, dopo la pubblicazione del suo omonimo LP di debutto, la cantautrice inglese si era costruita un giro di conoscenze molto Americane come Jason Isbell, Brandi Carlile e Father John Misty. E’ da questa scena tradizionalmente autoctona che è arrivato il contatto con Dave Cobb, produttore da sempre nel giro country/folk-rock (ha collaborato in passato con Rival Sons, Chris Stapleton, Sturgill Simpson, John Prine e gli stessi Isbell e Carlile) con il quale Jade e Luke hanno inaspettatamente scoperto un grande e comune passione per il brit-pop.

Un accadimento che spiega molto del contenuto di ‘Different Kinds Of Light‘, sophomore decisamente più solido e concreto rispetto a un esordio senza particolari guizzi. Si inspessisce molto il suono delle nuove canzoni della Bird, che grazie alla presenza in fase compositiva del compagno e alla particolare inclinazione di tutte le personalità coinvolte nei confronti di “Blur, Oasis e Stone Roses” (Cobb da giovane suonò persino in una band di genere) rendono quest’album un lavoro prevalentemente rock, sebbene indissolubilmente legato alle radici folk della sua autrice.

Ciò che salta all’orecchio, è, perlatro, proprio una maggiore efficacia della scrittura, in modo particolare dal punto di vista melodico e della costruzione del climax che porta ai ritornelli, con un conseguente aumento dell’incisività dei brani: ‘Open Up The Heavens‘, ‘Honeymoon‘, ‘Trick Mirror‘, ‘I’m Getting Lost‘, ‘Now Is The Time‘ e ‘Headstart‘ rimangono in mente come molte delle canzoni scritte dall’idolo di gioventù di Jade, Alanis Morissette. Siamo assolutamente da quelle parti dal punto di vista stilistico e della rilevanza di quest’opera, ovvero tra quanto nel mondo anglo-sassone si definisce adult-alternative e il rock intenzionalmente da FM. Nulla di sensazionale dunque, ma che in questo caso ha il pregio di lasciarsi ascoltare piuttosto volentieri.

VOTO: 🙂



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