Jasmine.4.T: ‘You Are The Morning’

🎵 Alt-folk/rock | 🏷️ Saddest Factory | 🗓️ 17 gennaio 2024

La prima telefonata, Jasmine Cruickshank la ricevette da Lucy Dacus quando ancora faceva musica con le precedenti generalità. La cantautrice membro delle Boygenius le chiese di aprire il tour seguente al suo album del 2018, ‘Historian’. Aveva evidentemente già ascoltato le sue canzoni, e fu proprio lei a fare sentire a Phoebe Bridgers (collega di band ma anche fondatrice della Saddest Factory Records) quelle scritte con il nuovo pseudonimo Jasmine.4.T durante e dopo la pandemia e, soprattutto, in seguito alla sua transizione. Altre due telefonate intercorsero a stretto giro, una tra Phoebe e il suo manager, e un’altra ancora tra Lucy e Jasmine: “Ok, ho appena fatto ascoltare i tuoi demo a Phoebe in macchina. Sta cercando di capire come può ingaggiarvi”.

La Dacus parlava al plurale perché, in realtà, Jasmine.4.T è anche una band. Oltre alla titolare del moniker, ne fanno parte Phoenix Rousiamanis (piano, archi), Eden O’Brien (batteria) ed Emily Abbott (basso). Tutte donne trans, per un progetto che è sì estremamente intimo e personale, ma è anche una testimonianza universale, che arriva all’alba di una stagione che i recentissimi fatti di cronaca preannunciano come non semplice per chi non si sente rappresentato dal binarismo di genere. ‘You Are The Morning’ è, peraltro, un’opera prima in diverse accezioni: oltre che di chi l’ha scritta, anche delle stesse Boygenius come trio di produttrici (“mi hanno tutte aiutata molto in aspetti diversi, dagli arrangiamenti all’interpretazione e all’esecuzione”), ed è pure il primo signing britannico della label di proprietà di Phoebe, giacché la Cruickshank è nata e cresciuta a Bristol.

Avvicinatasi alla musica dopo la scomparsa di uno zio da cui ereditò la chitarra, Jasmine aveva suonato in una manciata di band punk, per poi trovare la sua identità anche a livello musicale. Molto composita, se è vero che la scaletta di tredici brani spazia da un folk molto essenziale, praticamente solo voce e chitarra come ‘Kitchen’, a un alt-rock che si fa via via rumoroso e stratificato come ‘Skin On Skin’. E siamo solo alle prime due tracce del lotto, impreziosito dalla voce e dall’interpretazione della stessa songwriter inglese e da un suono che va a parare soprattutto negli anni ‘90 americani: Flaming Lips, Pavement, Dinosaur Jr e la passione della titolare della sua casa discografica, Elliott Smith, sono tutti udibili nelle linee melodiche di queste bellissime e toccanti canzoni che parlano sostanzialmente d’amore, tra le quali non possiamo non citare ‘Breaking In Reverse’, ‘Highfield’, ‘Guy Fawkes Tesco Dissociation’ ed ‘Elephant’.

Beninteso, l’LP in questione sarebbe un debutto eccellente e rilevantissimo anche non interessandosi, come dovrebbe fare ogni presidente neo-eletto, di cosa si può trovare nelle mutande delle persone. In questo caso è però importante saperlo, a maggior ragione se lo si ascolta condividendo le parole della sua autrice: quelle nella press-release, ovvero “Prendo sul serio l’essere un modello visibile di donna trans nella musica, perché non ce ne sono molti e dovrebbero essercene di più”, e quelle di un’intervista a NME, “Questo è il significato di ‘You Are The Morning’: un riconoscimento del potenziale che le persone trans e queer hanno per cambiare il mondo e favorire un futuro più luminoso”.

😀



 

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