Jay Som: ‘Anak Ko’ (Polyvinyl, 2019)

Genere: indie-pop | Uscita: 23 agosto 2019

Si era sempre chiusa nella sua cameretta, Melina Duarte, per scrivere le sue canzoni. Voleva evidentemente controbilanciare la confusione dei karaoke dove i genitori, emigrati filippini in California, la portavano spesso e volentieri. Erano locali diversi rispetto a quelli che avrebbe frequentato qualche anno dopo aprendo i concerti di  Peter Bjorn And John, Mitski, Japanese Breakfast, Paramore e persino Death Cab For Cutie e National. Furono alcuni demo pubblicati sul suo Bandcamp che la Topshelf Records volle far diventare un album (‘Turn Into‘, 2016) ad aprirle la strada della notorietà a livello di pop/rock indipendente. Se ne innamorò anche la Polyvinyl, che ripubblicò quell’improvvisato esordio e contribuì anche al bellissimo seguito, ‘Everybody Works‘, dell’anno dopo.

La bravura di colei che si fa chiamare Jay Som (la traduzione in filippino di “Luna Vittoria”, associazione uscita casualmente da un generatore di nomi per bambini) fu a quel punto evidente a molti, e fece capire a Melina/Jay di essere entrata nella fase professionale della propria carriera. Doveva uscire da quella cameretta, ormai per lei troppo piccola, e lo fece dapprima trasferendosi da Oakland a Los Angeles, ma soprattutto ritirandosi nel parco nazionale di Joshua Tree, un luogo sufficientemente isolato per consentirle una settimana di totale concentrazione sulla scrittura. I nove brani composti nel deserto sono poi stati registrati insieme a diversi collaboratori: Laetitia Tamko dei Vagabon, Annie Truscott delle Chastity Belt, Justus Proffit, Taylor Vick aka Boy Scouts, oltre che la sua backing band.

E’ un altro importante cambiamento nella routine compositiva della Duarte, che solitamente si arrangiava in completa autonomia anche nella fase di incisione e produzione. ‘Anak Ko‘ (che sempre in filippino significa “bambina mia”, espressione rivolta spesso a Melina dalla madre) è un disco meno lo-fi e molto più curato negli arrangiamenti rispetto ai due lavori precedenti, e oltre alla solita ottima scrittura mostra per la prima volta quello che potrebbe essere il suono distintivo di Jay Som: “una combinazione di Cocteau Twins e Alanis Morissette“, lo descrive efficacemente la press-release. In realtà tutti i riferimenti citati negli anni da Melina (Tame Impala, Yo La Tengo, Pixies, Carly Rae Jepsen, Mount Eerie e My Bloody Valentine) sembrano essere stati brillantemente amalgamati in strutture mai banali.

E’ proprio il suono sfaccettato ma allo stesso tempo vellutato, confortevole e melodicamente intrigante di ‘Anak Ko‘ la componente vincente di questo album, che mostra un talento ormai maturo e che inanella nove eccellenti canzoni. Tra di esse spiccano tre prelibatezze come ‘Superbike‘, ‘Tenderness‘ e ‘Crown‘, perfette per un karaoke come quelli che frequentava Melina da ragazzina, ma con molto più spessore emotivo e compositivo dei motivetti che si ritrovava a cantare davanti ai genitori.

VOTO: 😀



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