Genere: indie-folk | Uscita: 22 febbraio 2019
Julia Jacklin è una ragazza di montagna, cresciuta sulle Blue Mountains ma ben presto trasferitasi in città, a Sidney, per studiare. La laurea in politiche sociali, però, non era ciò che più le interessava, tanto che dopo averla ottenuta preferì andare a lavorare in fabbrica: le permetteva di avere più tempo da dedicare alla musica, passione di cui i suoi genitori, entrambi insegnanti, almeno in un primo momento non compresero l’importanza. Julia però aveva una grande voglia di fare la musicista a tempo pieno, e soprattutto un gran talento, che non fu molto difficile far emergere: i suoi primi due singoli conquistarono immediatamente l’airplay di 6music della BBC; i Whitney, Marlon Williams e gli Okkervil River se la portarono in tour ben prima del debutto discografico.
Se ‘Don’t Let The Kids Win‘, il suo esordio del 2017, già era riuscito a far intravedere ottimi numeri, sarà probabilmente questo ‘Crushing‘ a lanciarla nel gotha delle singer/songwriter, peraltro in un momento piuttosto fecondo per le cantautrici 20-something. Anche se ‘confinata’ in Australia, Julia non ha nulla da invidiare (per fare un esempio) alle tre Boygenius prese singolarmente, e probabilmente neanche alla connazionale Courtney Barnett. A confronto la Jacklin è meno rocker, e anche se dimostra di saper comunque usare le distorsioni di chitarra (‘Pressure To Party‘, ‘You Were Right‘), la sua matrice è essenzialmente folk. Lo stesso produttore della Barnett, Burke Reid, è riuscito a calibrare ottimamente l’alternanza tra acustico ed elettrico, e soprattutto a mettere in risalto la bellissima voce di Julia, grazie a una produzione che l’ha volutamente posta in primo piano.
In ‘Crushing‘ si riesce infatti a udire ogni suo piccolo sussurro, come se si trovasse in prossimità di chi sta ascoltando il suo disco. Il livello di empatia nei suoi confronti non è però unicamente dettato dall’architettura dei suoni, ma anche e soprattutto da una scrittura straordinariamente personale e sincera: “Questo disco cattura un momento, quello che avevo bisogno di dire nel modo migliore in cui avrei potuto dirlo“, spiega la cantautrice del Nuovo Galles del Sud, che ha evidentemente messo tutta sé stessa in queste canzoni, incentrate principalmente sui rapporti personali, in particolare sulla sofferenza data da una relazione finita male. C’è dolore, rabbia, rimpianto ma anche dolcezza nelle sue parole, nelle sue note e nella sua interpretazione. L’apice è un brano intitolato ‘Don’t Know How To Keep Loving You‘, un crescendo emotivo da far stringere il cuore, a cui si avvicinano altri episodi piuttosto commoventi come ‘Convention‘, ‘Good Guy‘ e ‘Turn Me Down‘, oltre a passaggi di grande intensità come ‘Body‘ e ‘Home Alone‘. Insomma, ‘Crushing‘ è un grande disco perché riesce a far immedesimare pienamente, quasi fisicamente, nello stato d’animo della sua autrice. Non lascerà indifferente chi avrà la fortuna di ascoltarlo con attenzione e trasporto.