Kate Bollinger: ‘Songs From A Thousand Frames Of Mind’

🎵 Indie-pop | 🏷️ Ghostly International | 🗓️ 27 settembre 2024

Se si pensa che il suo primo EP è datato 2017, risulta evidente come Kate Bollinger si sia presa il suo tempo per arrivare all’LP di debutto: ‘Songs From A Thousand Frames Of Mind’ giunge ben 7 anni dopo, un lasso in cui sono usciti appena altri tre EP ma nel quale il suo nome ha sempre più spesso fatto capolino tra le shortlist della nuove promesse. Ci hanno creduto in parecchi, in lei: oltre alla Ghostly International soprattutto Matthew E. White, che di certo non ha bisogno di presentazioni e che si è speso parecchio per ottimizzare il songwriting di Kate, e il produttore Sam Evian, uno che ha recentemente lavorato con artisti ben più esperti del calibro di Big Thief, Blonde Redhead e Cass McCombs.

Insomma, un dispiegamento di forze inusuale per una cantautrice esordiente, cresciuta in una famiglia di musicisti a Charlottesville, Virginia, ma che ora vive a Los Angeles. Proprio in California e nel suo stato di provenienza, a Richmond, sono state scritte queste undici canzoni, docili quanto orecchiabili sebbene piuttosto stratificate, incise poi nella regione di New York insieme al menzionato Evian. Il loro indie-pop è assai colorato: si coglie immediatamente come tutto provenga da una cameretta, ma gli anni avuti a disposizione per soppesare il da farsi hanno contribuito a una maturità stilistica evidente in ogni passaggio di questo disco.

Così, vi si trovano elementi di garbata psichedelia (‘God Interlude’, ‘Postcard From A Cloud’), qualche sporadica citazione jazz (‘See It Now’), rimandi al jangle-pop britannico (‘Any Day Now’), ricorrenti tappeti ipnagogici (‘What’s This About’, ‘In A Smile’), soffici ballate rock (‘Sweet Devil’, ‘All This Time’) e passaggi puramente cantautorali (‘To Your Own Devices’, ‘Running’). In definitiva, un’abile raccolta di quello che può essere definito easy-listening sofisticato, di cui la Bollinger sembra essere una delle migliori nuove interpreti. La delicatezza del suo cantato non la inserisce certo nella categoria delle grandi vocalist, ma ciò che intona e come lo confeziona è l’aspetto vincente di un debutto che convince parecchio, e che è già un’ottima base di partenza per una carriera che sarà curioso continuare a seguire.

🙂



 

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