Kings Of Leon: ‘When You See Yourself’ (RCA, 2021)

Genere: southern-rock | Uscita: 5 marzo 2021

Se quello che è addirittura l’ottavo LP in carriera dei Kings Of Leon riesce a issarsi ancora una volta in cima alla UK Album Chart, per giunta vendendo più degli altri quattro dischi in top 5 messi insieme, si fa evidente il riscontro di inesauribile apprezzamento da parte del folto pubblico che nel tempo ha seguitato ad amarli. Ancor di più se si pensa che da ‘Youth & Young Manhood‘, il loro esordio del 2003, sono passati quasi 18 anni. Sarebbe a tal proposito curioso verificare se la loro audience odierna sia composta dalle stesse persone che avevano iniziato ad ascoltarli a inizio secolo, lodandone le gesta almeno fino al terzo dei loro album, l’ottimo ‘Because Of The Times‘ del 2007. Non è un mistero, infatti, che dal successivo ‘Only By The Night‘ (2008) il quartetto di Nashville non fu più lo stesso, preferendo optare per la scalata alle classifiche americane ed edulcorando parecchio il proprio suono. ‘Use Somebody‘, uno dei loro pezzi più celebri, fu esemplare a proposito, divenendo una sorta di calco su cui modellare le successive uscite, che comportarono un drastico calo delle medie-voto delle review a loro dedicate, ma al tempo stesso un marcato aumento delle vendite dei loro dischi.

È proprio da questa considerazione che nasce il dubbio su quanti attuali fan dei Followill seguano la band sin dai primi 2000, anni in cui rappresentavano una reale alternativa, sia musicalmente che per carisma, alle giacche di pelle di Strokes e Libertines. Il loro rock è oggi indiscutibilmente più soft e classico, maggiormente adatto a un compassato viaggio on the road che a una serata alcolica. La scelta del produttore di questo ‘When You See Yourself‘, lo stesso Markus Dravs che aveva lavorato al precedente ‘Walls‘ (2016) e che ha sulla mensola di casa i Grammys vinti con stadium-act come Coldplay e Mumford & Sons, è molto indicativa del suo contenuto, perfettamente allineato alla versione stagionata di un gruppo a conduzione famigliare che è sempre composto dai suoi membri originari, tre fratelli e un primo cugino.

Anche questa volta, dunque, chi ancora spera di poter risentire i ‘vecchi’ Kings Of Leon rimarrà deluso. Potrà trovare conforto in un paio di brani, ‘The Bandit‘ e ‘Golden Restless Age‘, che fanno quantomeno affiorare un flebile ricordo dell’effervescente band che furono. ‘When You See Yourself, Are You Far Away‘ e ‘Echoing‘ rappresentano delle gradevoli vie di mezzo, ma anche in questo nuovo LP Caleb e soci finiscono per riparare su quei lentoni da latte alle ginocchia (‘Supermarket‘, ‘Claire & Eddie‘, ‘Fairytale‘) che li fanno sembrare più eredi dei Fleetwood Mac che dei Lynyrd Skynyrd. Ciononostante, rispetto ai suoi predecessori ‘When You See Yourself‘ ha il pregio di apparire meglio focalizzato sulle loro potenzialità attuali e, soprattutto, di mostrarsi spontaneo e genuino. Non ci voleva poi così tanto, ma ha tutta l’aria di essere la loro migliore opera post-anni ’00, un album della maturità che segna altresì un punto di non ritorno: le chitarre sincopate degli esordi le si potrà ascoltare – ormai è evidente – soltanto sui dischi vecchi.

VOTO: 😐



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