Lambrini Girls: ‘Who Let The Dogs Out’

🎵 Garage-punk | 🏷️ City Slang | 🗓️ 10 gennaio 2025

Siamo più conosciute per le nostre performance dal vivo che per i nostri dischi”, afferma con la consueta ironia la frontwoman (e che frontwoman!) Phoebe Lunny in un’intervista a Variety. Sì, perché anche i magazine generalisti si stanno occupando delle Lambrini Girls in quanto fenomeno, che dal punto di vista di chi scrive va inteso con accezione prettamente musicale.

Apparse dalla floridissima scena musicale di Brighton un paio di anni fa, Phoebe e la collega Lilly Maciera sono le uniche due sopravvissute di una band più ampia, che aveva addirittura una diversa leader. L’esuberante presenza on-stage dell’attuale deve aver reso naturale l’avvicendamento, facendo diventare questa band dalla strana denominazione (sembra una crasi tra Lambretta e Lamborghini) sostanzialmente il gruppo di Phoebe, con Lily giudicata “il perfetto partner creativo” per una personalità così straripante. Lo si nota, per l’appunto, nei live, in cui la Nostra scende spesso tra il pubblico a cantare in faccia agli intervenuti le sue declamazioni polemiche sulle ingiustizie della società occidentale moderna, dalle istanze della comunità LGBTQ+ (‘No Homo’) al machismo tossico (‘Big Dick Energy’), dall’impunibilità dei reati commessi dalla polizia (‘Bad Apple’), alla tutela della neurodiversità (‘Special Different’).

In ‘Who Let The Dogs Out’ è tutto suonato rumorosamente attraverso un garage-punk impetuoso, veloce (dura appena 29 minuti totali), arrabbiato ma allo stesso tempo assai sarcastico. “Big dick energy, you’re not really big!” urla Phoebe, capace pure di inanellare la parola “cunt” per ben 26 volte consecutive nella conclusiva ‘Countology 101’. I dichiarati riferimenti stilistici sono le riot grrrls alla Bikini Kill o Le Tigre, con un’accessoria non prevedibile passione per le performance sul palco di star alternative divenute mainstream come Courtney Love e Gwen Stefani. Aver aperto i concerti dei Gilla Band ha permesso loro di conoscere il bassista Daniel Fox, che ha prodotto questo primo lavoro. Andare in tour con gli Idles ha fatto capire cosa le due ragazze desiderano ottenere dalla professione: “vorremmo anche noi vedere tutto il pubblico che canta le nostre canzoni”.

Tutto questo mix di irruenza, ironia e istrionismo descrive perfettamente un disco di certo non banale nelle intenzioni, e meno di quello che si potrebbe pensare nell’esecuzione. Un “take-no prisoners debut”, come lo definisce la nota stampa, che potrebbe portare Phoebe e Lily, ben presto, ad essere acclamate quanto gli stessi Idles, perché grinta, presenza scenica ed efficacia musicale sono assai paragonabili.

😀



 

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