🎵 Acoustic-folk | 🏷 Chrysalis/Partisan | 🗓 25 ottobre 2024
È la maternità l’elemento di discontinuità che ha caratterizzato l’intero percorso creativo e realizzativo del nuovo album di Laura Marling: “L’ho scritto tutto guardandola negli occhi“, afferma a cantautrice inglese, sottolineando come sia stata la figlia appena nata a ispirare dieci delle undici tracce in scaletta. Gli “schemi ripetuti” del titolo, concetto proveniente dal recente conseguimento di un master in psicanalisi, sono quelli dell’eredità che la famiglia di appartenenza lascia negli individui, anche a distanza di generazioni. Oltre a un brano come ‘Child Of Mine‘ che apre l’opera, ve ne è un altro composto del padre, anch’egli musicista: ‘Looking Back‘, scritto da Charlie Marling quando era giovane, ritrovato dalla figlia che lo ha fatto anche suo, un tributo alla migliore composizione della non così fortunata carriera del genitore.
E pensare che il lavoro precedente, ‘Song For Our Daughter‘ (2020), era stato pensato come una lettera scritta a un’erede immaginaria, che all’epoca non sembrava essere nel destino della cantautrice. In quattro anni, evidentemente, le circostanze cambiano. Non troppo lo stile musicale di Laura, che rimane sempre ancorato al fingerpicking della sua chitarra acustica e alla sua splendida voce. Le circostanze ‘casalinghe’ della scrittura e della registrazione, avvenuta in contemporanea alla primissima fase della sua maternità, ha portato la Marling a incidere perlopiù nel suo studio allestito nella sua abitazione, con una strumentazione più essenziale rispetto ai lavori immediatamente precedenti, e la quasi totale assenza di una qualsivoglia componente percussiva.
Non ci sono dunque novità, semmai conferme, nell’ottavo LP di una carriera che a soli 34 anni è già da veterana, essendo partita quando Laura era appena sedicenne. Tutto è impeccabilmente cantato, suonato e interpretato, e come nei precedenti capitoli il pregio maggiore è proprio quanto profondamente si riesca a empatizzare con i suoi racconti e le sue sensazioni. ‘Patterns‘, ‘No One’s Gonna Love You Like I Can‘, ‘Lullaby‘ sono esempi di un amore materno sconfinato, sebbene appena iniziato. È anche chiaro come la reiterazione di una formula, non certo rivoluzionabile con basi così minimali, rende l’esperienza di ascolto assai pronosticabile, e dunque meno intrigante di quanto artisti con pari talento sono soliti offrire. La scelta personale è se godere di tanta dolcezza, grazia e bellezza senza avere ulteriori pretese.
🙂