Laura Marling: ‘Song For Our Daughter’ (Partisan, 2020)

Genere: chamber-folk | Uscita: 10 aprile 2020

Laura Marling aveva solo 16 anni quando cominciò a tenere i suoi primi concerti. Era così giovane che, se non fosse dovuta salire sul palco, in molti dei locali non ci sarebbe nemmeno potuta entrare. Il suo primo album, nonché primo grande successo sia di pubblico che di critica (‘Alas, I Cannot Swim‘ del 2008), lo fece uscire appena 18enne; oggi che di anni ne ha 30 può vantare un curriculum musicale già stracolmo, ben sette LP tra cui tre nominati ai Mercury Prize, uno ai Grammy e una vittoria ciascuno di Brit e NME Award. In Inghilterra Laura è praticamente un’eroina nazionale, ogni sua opera viene incensata di lodi e trionfalmente accolta da voti altissimi. Questo nuovo ‘Song For Our Daughter‘ non fa, prevedibilmente, eccezione.

Le pressanti aspettative di cui si è dovuta da sempre fare carico hanno evidentemente pesato sull’adolescenza di una ragazza che ha dovuto rinunciare a molto di sé stessa: “Sono andata in confusione per un po’, ma ora sono riuscita a separare Laura da Laura Marling.” Il successo l’ha resa schiva, timida, solitaria (“Frequento solo il mio ragazzo e mia sorella, il mio mondo è davvero molto ristretto“), l’ha costretta spesso ad entrare in analisi, così tanto da averle fatto decidere di studiarla compiutamente, la psicologia. Ed è proprio la sua storia personale che è raccontata in ‘Song For Our Daughter‘, la title-track del disco più intimo della cantautrice originaria del Berkshire: “È stata scritta pensando a come mi sarei potuta proteggere nei confronti di alcune delle esperienze che ho vissuto, per molti versi non ero preparata”, racconta la Marling in questa intervista. “Se potessi accumulare le lezioni che ho imparato lungo il mio cammino e sussurrarle all’orecchio della prossima generazione, lo farei.” Un altruismo che è tra i propositi di questo suo nuovo lavoro, e alla base della scelta, coraggiosa, di anticiparne la pubblicazione per alleviare l’isolamento forzato dei propri fan: “Non vedo alcuna ragione per non condividere qualcosa che nella peggiore delle ipotesi potrebbe fare compagnia, e nella migliore trasmettere un senso di comunione.

Basta fare attenzione ai volumi per immergersi nell’estrema intimità condivisa da Laura con grande purezza d’animo. Le corde della sua chitarra acustica, al solito incontrastata protagonista, si sentono pizzicare come se fosse a pochi centimetri dall’ascoltatore. L’esclusività dell’interazione del suo strumento preferito con la sua voce è interrotta da poche e sparute percussioni, dal limitato intervento del pianoforte (che solo in ‘Blow By Blow‘ soppianta la chitarra) e più frequentemente dal complemento di cori e archi. Si rimane in ogni caso in territori ampiamente battuti dalla musicista inglese, il cui unico limite è il suo perseverare in un discorso già ampiamente sviscerato, ma che disco dopo disco pare sempre più ambire all’avvicinamento della perfezione. Così, anche in questo suo settimo LP sono diversi gli episodi rimarchevoli: oltre alla già citata title-track, l’intenso openerAlexandra‘, la vibrante ‘Strange Girl‘, la toccante ‘Only The Strong‘, l’armoniosa ‘For You‘, che come per tutte le composizioni firmate Marling possono essere ulteriormente apprezzate approfondendo la lettura dei testi. ‘Song For Our Daughter‘, è pertanto un altro disco impeccabile, e se possibile, emotivamente ancor più coinvolgente. Di certo, gli inglesi fanno bene a coccolarsela.

VOTO: 😀



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