Matt Maltese: ‘Krystal’ (7476 Records, 2019)

Genere: bedroom-pop | Uscita: 8 novembre 2019

Nei ringraziamenti per la pubblicazione del proprio secondo album, Matt Maltese non dimentica la sua cameretta: “Grazie per aver passato quattro mesi solitari con me“. Pochi come lui possono in effetti essere così perfettamente accostati alla definizione di “bedroom-pop“, che evidentemente allo stesso Matt piace parecchio: è sufficiente osservare la copertina di questo ‘Krystal‘, suo secondo LP in carriera, che ritrae proprio la zona notte del suo appartamento di South London.

Di lui per primo si era accorto Jonathan Rado dei Foxygen, uno che ha un certo fiuto per le nuove promesse (basti pensare al lavoro fatto con Whitney, Weyes Blood e Lemon Twigs), e che si è immediatamente prodigato per produrgli ‘Bad Contestant‘, apprezzato esordio uscito a maggio 2018 che gli ha portato giudizi più che lusinghieri e paragoni importanti, da Father John Misty a (addirittura) Jarvis Cocker. Questo sophomore è invece tutto frutto della creatività del giovane Matt, che si è davvero chiuso in casa lungo tutti quei quattro succitati mesi per scrivere e registrare altre 10 canzoni d’amore nerd. Il gusto per la stratificazione sonora caratteristico dei Foxygen sembra essergli stato ben inculcato, quello per le melodie rotondamente un po’ barocche probabilmente era già presente nel bagaglio cantautorale del ragazzo, che si serve soprattutto di pianoforte e tastiere per costruire i propri brani.

Che Rado ci avesse visto giusto è evidente: Maltese sa sia come scrivere belle canzoni che come produrle, tanto da far sembrare ‘Krystal‘ un disco di un’artista molto più maturo dei suoi 23 anni. Oltre a rivelarsi estremamente godibile (si ascolti un brano orecchiabilissimo come ‘Tokyo‘), è pure tanto tanto tenero (“Se mi aprissi il cuore potresti vedere molto sangue e arterie, ma romanticamente parlando potresti scorgere lo spazio che c’è per te“, canta Matt proprio in ‘Tokyo‘) e discretamente versatile, anche dal punto di vista vocale (il falsetto di ‘Jupiter‘ renderebbe orgogliosi i Bee Gees). Insomma, il talento di Matt Maltese è indubbio; affrancandosi ulteriormente dai modelli di riferimento e prendendosi qualche rischio in più il definitivo salto di qualità potrebbe essere davvero a portata di mano.

VOTO: 🙂



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