Genere: indie-folk | Uscita: 21 agosto 2020
Chi non vorrebbe avere come genitori Uma Thurman e Ethan Hawke? Sono famosi, belli, ricchi, creativi, molto probabilmente anche simpatici, pure se divorziati. Di certo gli stimoli artistici non devono essere mancati alla giovane Maya Hawke, cresciuta con l’assillo con cui tutti i figli d’arte si trovano a dover far conto, ovvero il confronto con quanto realizzato da parenti tanto celebri. In questo caso, nonostante il ruolo da co-protagonista nella terza stagione di ‘Stranger Things‘, sono addirittura due le carriere a cui fare raffronto. Non stupisce, dunque, che la 22enne newyorkese abbia sviluppato una marcata predilezione per la musica: un po’ grazie alle cassettine che il padre (grande appassionato) le compilava quando era piccola, ma probabilmente anche un po’ per sfuggire ad antipatici paragoni: “Con la recitazione, devi sempre fare provini e attendere che qualcuno ti offra la possibilità di metterti alla prova. Il bello della musica, invece, è che non devi aspettare che qualcuno ti dia il permesso: lo fai e basta.”
E così, insieme all’amico/collaboratore Jesse Harris (uno che ha lavorato con i Bright Eyes e a più riprese con Norah Jones) lo ha fatto, un disco. Contiene 12 belle canzoni di cui la Hawke ha scritto i testi, spesso provenienti da poesie scarabocchiate da adolescente, sui quali Harris ha costruito le parti musicali. ‘Blush‘, (“arrossire”, giacché Maya ammette di essere molto timida) riflette la sua dichiarata ammirazione per cantautrici come Joni Mitchell, Fiona Apple e Taylor Swift, ma ricorda molto anche Laura Marling e il progetto musicale di un’altra attrice (Zoey Deschanel), gli She & Him.
È un ottimo lavoro quello realizzato da questi altri due “lei & lui”, Maya e Jesse, che mette in mostra una buona scrittura, degli ottimi arrangiamenti e soprattutto una bella voce. I primi cinque brani in scaletta, tra cui si trovano tutti e quattro i singoli anticipatori, sono nel loro genere assolutamente perfetti, e mostrano quanto la Hawke possieda tutte le carte in regola per reggere diversi registri: quello più introspettivo (‘Generous Heart‘, ‘Coverage‘), quello più malinconico (‘So Long‘), quello più melodico (‘By Myself‘), quello più grintoso (‘Animal Enough‘). Anche la seconda parte del disco, sebbene non tutta di analogo livello, presenta un paio di canzoni sopra la media, in cui è sempre la voce di Maya ad avere il primo piano grazie a scelte stilistiche molto misurate e mai invadenti: ‘Bringing Me Down‘ e ‘Goodbye Rocketship‘ sono dolcissime e bellissime; analogamente ben riuscita è una traccia come ‘Cricket‘ che esula dalla diffusa propensione per il country-folk. ‘Blush‘ si rivela dunque un esordio interessante al di là delle parentele di chi lo ha realizzato. Anzi, Maya Hawke in versione cantautrice è così talentuosa da dover considerare seriamente di affiancare in pianta stabile questa carriera a quella di attrice.