Metric: ‘Art Of Doubt’ (BMG, 2018)


Genere: indie-rock | Uscita: 21 settembre 2018

Dopo vent’anni insieme e sei LP all’attivo, i Metric stavano attraversando un periodo piuttosto buio, la classica crisi del settimo album: “Non riusciamo più a vedere noi stessi“, avevano confidato a Justin Meldal-Johnsen dopo averlo scelto come principale collaboratore. E’ stato proprio il produttore americano, neo-vincitore del Mercury Prize con ‘Visions Of A Life‘ dei Wolf Alice, a riportare fiducia e armonia nel quartetto: “Ci ha guardato a uno a uno negli occhi e ha subito individuato ciò che ciascuno di noi poteva fare meglio“, racconta il chitarrista Jimmy Shaw, a questo giro esentato del ruolo di producer e dunque libero di concentrarsi sulla sua chitarra.

Ed è per l’appunto il ritorno delle chitarre uno degli elementi preminenti di ‘Art Of Doubt‘, titolo che è un elogio alla ponderazione e alla mediazione, in esplicito contrasto con il decisionismo e l’arroganza tanto in voga nella contemporaneità. “Ci siamo sentiti come quando abbiamo iniziato“, ha rivelato la frontwoman Emily Haines, a testimonianza dell’intenzione del gruppo di riconnettersi con sé stesso, con le proprie origini. Per questo il settimo album dei Metric è, musicalmente, un compendio della loro carriera, una sorta di greatest hits di inediti che ripercorre idealmente tutto quanto fatto dal 1998 (anno della formazione) a oggi. Meldal-Johnsen non ha voluto dare un particolare indirizzo alle nuove canzoni scritte dalla band di Toronto, si è semplicemente preoccupato di farle suonare il più Metric possibile.

E’ questa una scelta che non ha permesso l’introduzione di alcuna novità stilistica, ma che ha portato in scaletta dodici composizioni di pregevolissima fattura. I Metric non hanno mai mancato di confezionare ottime canzoni, e particolarmente in ‘Dark Saturday‘, ‘Art Of Doubt‘, ‘Risk‘ e ‘No Lights On The Horizon‘ confermano tale predisposizione, con la sempre carismatica interpretazione della Haines a rappresentare un incontrovertibile bonus. ‘Art Of Doubt‘ è dunque un disco che può soddisfare pienamente chi non smania nella ricerca di nuove emozioni, e si accontenta di poter serenamente rivivere le vecchie.

VOTO: 🙂



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