Nilüfer Yanya: ‘My Method Actor’

🎵 Indie-soul | 🏷 Ninja Tune | 🗓 13 settembre 2024

Entrare in una fase di transizione tra una fase della vita e un’altra“: è questo, nelle parole di Nilüfer Yanya, il tema portante di ‘My Method Actor’, il terzo album di una carriera di grandi elogi e discreto successo, l’opera che più la avvicina alla maturità rappresentata dai 30 anni che compirà l’anno prossimo. È il suo primo per una nuova etichetta, l’elettronica Ninja Tune, dopo che i suoi primi due LP, ‘Miss Universe’ del 2019 e ‘Painless’ del 2022, erano usciti per la ATO, più centrata su folk e rock (come testimonia il fatto che sia stata fondata da Dave Matthews).

In realtà, la musica di Nilüfer ha sempre seguito un percorso proprio, a cui le due label hanno giustamente lasciato indipendenza artistica. Anche in questo nuovo lavoro si cementa il sodalizio artistico con Will aka Wilma Archer, già coinvolto nell’esordio e sostanzialmente co-autore del seguito di due anni fa. Indie-rock, bedroom-pop, soul, jazz e R&B compongono ancora una volta una miscela sonora che, più passa il tempo e più si succedono i dischi, appare sempre meglio centrata e specificatamente caratterizzata.

Le canzoni del terzo album della musicista londinese appaiono ancor più levigate e melliflue, se possibile, di quelle passate. Ci sono meno strappi e più introspezione, sebbene non manchi mai qualche distorsione elettrica (‘Like I Say’, ‘Method Actor’), che si staglia su un tappeto sonoro in cui il suo particolare modo di pizzicare le corde (‘Binding’, ‘Faith’s Late’, ‘Wingspan’) è fondamentale quanto la voce soul, ancora più calda che in passato (‘Mutations’, ‘Call It Love’, ‘Just A Western’). L’utilizzo di un composito strato di percussioni (‘Keep On Dancing’, ‘Ready For Sun’, ‘Made Out Of Memory’) è forse la maggiore novità di questo disco, che non sempre, o non esclusivamente, si poggia sulla chitarra.

Sono tutte piccole appendici di un discorso ormai chiaro, ribadito dal terzo album consecutivo di alto livello compositivo, interpretativo e musicale. Il fatto che – oramai – sia chiaro e noto a tutti è forse tra i pochi limiti, rispetto ai predecessori, di questo disco, che in parte paga pure l’assenza di un singolo che attiri su di sé particolare attenzione. La mancanza di effetto-sorpresa non deve però essere considerata una lacuna da addebitare alle nuove tracce composte da Wilma e Nilüfer. Tutt’altro: rappresenta la consacrazione di un’artista che comincia ad essere influente, credibile e nota anche a un livello più ampio rispetto alla sua solidissima fanbase.

🙂



 

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