Nothing: ‘Dance On The Blacktop’ (Relapse, 2018)

Genere: shoegaze | Uscita: 24 agosto 2018

Non è stata una vita facile, quella di Dominic Palermo. Da giovane punk duro e puro era solito farsi coinvolgere in risse, e alla fine, in una di esse, gli capitò di accoltellare un uomo. Diretta conseguenza furono due anni di carcere per tentato omicidio. Due anni difficili, che hanno segnato profondamente la sua psiche, e che sono divenuti tema ricorrente nelle sue canzoni. Si pensi solo al nome del suo gruppo, Nothing (“Uscito di prigione non sapevo che cosa fare della mia vita, mi sembrava di non avere niente per cui alzarmi la mattina“), o quello dei suoi album precedenti, ‘Guilty Of Everything‘ (2014) e ‘Tired Of Tomorrow‘ (2016). Come se non bastasse, durante il tour del primo disco venne rapinato e seriamente ferito (con conseguente lungo ricovero ospedaliero), e prima di realizzare questo nuovo LP ha scoperto di soffrire di CTE, in italiano “encefalopatia traumatica cronica“, un disturbo della personalità causato da reiterati traumi cranici.

Così, ‘Dance On The Blacktop‘ seguita a illustrare pessimismo, rabbia, frustrazione e disillusione attraverso potenti e stratificate chitarre distorte, ma anche tramite delicatissime melodie che contrastano sia le tematiche che il ruvidissimo suono. Una sorta di esemplificazione della fragilità emotiva di Palermo, l’angelo dalla faccia sporca dell’alt-rock americano, che dà ai Nothing peculiarità ed empatia.

E’ dunque difficile riuscire a emanciparsi, in sede di giudizio, da una spontanea vicinanza alle tribolazioni dello sfortunato songwriter, fattore senza dubbio indotto dalla sua musica e quindi evidente grande pregio. Il trio di Philadelphia è altresì quasi perfetto nella riproposizione di un genere che ha precisi confini: se si vuole trovare un difetto a ‘Dance On The Blacktop‘, è proprio il suo essere poco distinguibile dai due capitoli precedenti; al contrario, se si deve evidenziarne un pregio, è certamente il suo perseguire con efficacia la strada intrapresa senza rilevanti cali qualitativi. Nello specifico, ‘Zero Day‘, ‘Blue Line Baby‘, ‘I Hate The Flowers‘ e ‘The Carpeneter’s Song‘ sono tra quanto di meglio possa produrre la giustapposizione di fragore e dolcezza.

VOTO: 🙂



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