Nothing: ‘The Great Dismal’ (Relapse, 2020)

Genere: noise-rock | Uscita: 30 ottobre 2020

Coerenza e costanza: sono i due sostantivi maggiormente adatti a descrivere la carriera dei Nothing, iniziata 10 anni or sono ma effettivamente produttiva da marzo 2014, quando in un momento storico estremamente adatto alle loro chitarre rumorose uscì il debutto ‘Guilty Of Everything‘. Nonostante le mode siano cambiate piuttosto rapidamente, e che a poco più di 6 anni di distanza per i suoni preminentemente elettrici ci sia sempre meno spazio, la band fondata da Dominic Palermo seguita a insistere sulla propria miscela di shoegaze, grunge e post-punk per cui ormai è riconoscibilissima. Un LP a regolare cadenza biennale li ha portati, dopo ‘Tired Of Tomorrow‘ (2016) e ‘Dance On The Blacktop‘ (2018) a contrassegnare il 2020 con questo ‘The Great Dismal‘.

Un anno tribolato, a cui la pesantezza dei suoni e la cupezza dei testi del quartetto di Philadelphia sembra essere adattissimo. Soprattutto nella versione ulteriormente vigorosa di questo disco (‘Just A Story‘, ‘April Ha Ha‘, ‘Famine Asylum‘), non a caso prodotto da quel Grant Yip che aveva preso parte anche al secondo LP della loro storia, in lizza per essere considerato il loro migliore. In realtà la costanza di cui si parlava in precedenza è estendibile anche alla qualità delle prove di Palermo e soci, che offrono abbondanti garanzie agli amanti delle distorsioni miste a melodie. Un signing anomalo per l’etichetta che li ha sempre supportati, la Relapse Records, specializzata in varie declinazioni del metal. È però una caratteristica, quella della marcata armonizzazione dei vocals, ancora evidentemente presente nel loro suono (‘Say Less‘, ‘Catch A Fade‘, ‘In Blueberry Memories‘), nonostante il cambio di 2/4 della line-up con l’ingresso dei nuovi Doyle Martin e Aaron Heard, rispettivamente i frontman di Cloakroom e Jesus Piece, due band decisamente pesanti.

Sono questi nuovi equilibri instauratisi tra fragilità e vigore a rendere ‘The Great Dismal‘ un ulteriore ottimo mezzo per empatizzare con le fragilità e i travagli interiori del suo autore, per farli propri e scaricarli attraverso gli intensissimi incroci di chitarre e la toccante interpretazione. È raro che una band noise sappia anche ad andare così a fondo dal punto di vista emotivo: i Nothing ci sono sempre riusciti, una volta di più in questo nuovo capitolo della loro carriera. È la loro maggiore dote, ciò che li rende speciali.

VOTO: 😀



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