Genere: indie-rock | Uscita: 7 giugno 2019
Cresciuta a Westport (Connecticut), una cittadina sul mare a un paio d’ore d’auto da New York, Ellen Kempner ha sempre avuto molta musica intorno a sé. Merito soprattutto del padre cantautore, al quale è molto legata: è grazie a lui che ha imparato a suonare la chitarra sin da bambina, arrivando a comporre le sue prime canzoni già a 10 anni. La precocità di colei che più o meno dal 2013 si cela sotto il moniker Palehound non è mai venuta meno: oggi, che di anni ne ha 25, ha appena pubblicato il proprio terzo album, dopo che il precedente ‘A Place I’ll Always Go‘ (2017) le ha portato lusinghieri riscontri da parte della stampa specializzata americana, oltre che un contratto con la Polyvinyl.
Anche in questo ‘Black Friday‘ con Ellen ci sono le persone che le sono sempre state musicalmente vicine: il batterista Jesse Weiss e il bassista Larz Brogan, ma soprattutto la produttrice Gabe Wax (al desk, tra gli altri, con Beirut e Soccer Mommy). Non è un caso, perché tutto l’album parla di rapporti personali e di ciò che muovono, sia nei momenti di estrema felicità che in quelli di profonda sofferenza. Il terzo LP a nome Palehound si potrebbe definire un concept, tanti sono i differenti punti di vista dai quali la tematica principale viene sviscerata: la perdita di una persona cara (‘Company‘), l’amore incondizionato per il partner (‘Aaron‘), la totale fiducia nell’amicizia (la title-track ‘Black Friday‘), il desiderio di vendetta (‘Killer‘), l’auto-commiserazione (‘Bullshit‘). “Quando sono super-felice non mi viene da prendere la chitarra e scrivere“, spiega Ellen, “fare musica è stato sempre qualcosa di terapeutico per me, e spero possa servire anche a chi ascolta le mie canzoni, che possano far sentire meno soli“.
Principale proposito di ‘Black Friday‘ è dunque mostrare quanto possa essere naturale e salvifico condividere emozioni e sentimenti. Questo tipo di empatia ha sempre caratterizzato le canzoni della Kempner e dei suoi Palehound, a maggior ragione funziona nel suo disco più meditato. Il suo indie-rock si fa più sfumato, meno risoluto, ma si mostra comunque capace, anche a livello prettamente musicale, di offrire diverse versioni di sé, dall’orecchiabilissima ‘Urban Drip‘ all’intimissima ‘In Town‘. E’ un’ulteriore prova di come ‘Black Friday‘ sia un album che non ripete mai le stesse cose, nonostante ne dica tante. Tutte intelligenti, eleganti e sentite.